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Ufente, un fiume a 5 sensi (Contratto di fiume Ufente, 29 maggio 2023)

Lunedì 29 maggio alle ore 14.00 appuntamento presso la sala anfiteatro dell’I.C. Valerio Flacco in Via Bari a Sezze (LT).

Saranno presentati pubblicamente i risultati finali del progetto “Ufente, un Fiume a 5 Sensi”, finanziato dalla Regione Lazio – Ufficio di scopo. Piccoli Comuni e Contratti di fiume, nel quadro dell’avviso pubblico “Contratti di fiume delle bambine e dei bambini”. Il Comune di Sezze (LT) ha realizzato il progetto in collaborazione con il Comune di Pontinia, l’I.C. Manfredini di Pontinia, l’I.C. Caio Valerio Flacco di Sezze, l’Ecomuseo dell’Agro Pontino, Erga APS, Libera Università della Terra e dei Popoli, Memoria Storica di Sezze, TeenCanto.

All’incontro saranno presenti bambine e bambini che hanno partecipato ai laboratori didattici.

Durante l’incontro una mostra, azioni sceniche, proiezioni e la presentazione dell’Eco-Codice del Fiume Ufente realizzato dagli studenti durante il percorso.

“Conoscere e riconoscere i paesaggi invisibili. Per un approccio pedagogico comunitario”: breve resoconto

Domenica 12 giugno 2022 a Pontinia, presso la sede della Libera Università della Terra e dei Popoli, centro studi dell’Ecomuseo si è tenuto il seminario maieutico “Conoscere e riconoscere i paesaggi invisibili. Per un approccio pedagogico comunitario”, primo incontro del progetto Paesaggi invisibili.

Hanno partecipato, tra gli altri: Alberto Budoni (professore dipartimento ingegneria civile e ambientale, Università Sapienza di Roma, membro della Società dei Territorialisti), Giuseppe Lattanzi (storico, referente antenna di Sonnino, direttore Museo Terre di Confine), Eros Ciotti (architetto, referente antenna di Roccagorga, responsabile EtnoMuseo Monti Lepini), Lola Fernandez (attualmente assessore allo sviluppo locale al comune di Sezze ma da sempre parte del processo ecomuseale), Mauro Iberite (ricercatore in botanica, Università Sapienza di Roma), Dante Ceccarini (medico, poeta, referente antenna di Sermoneta), Felice Calvani (agricoltore, referente antenna di Tor Tre Ponti), Gloria Monti (antenna di Sermoneta), Ernesto Migliori (referente antenna di Vallecorsa, responsabile Settore Tutela e Valorizzazione dei Paesaggi naturali e della Geodiversità), Michelangelo La Rosa, Lorenzo Ceruleo e Augusta D’Andrassi (Fondazione Marcello Zei di San Felice Circeo), Luciano De Prosperis (referente locale antenna di Amaseno), Fabiano Riccardi (archeologo, antenna Amaseno), Roberto Vallecoccia e Antonella Costantini (referenti antenna di Sezze), Francesco Tetro (referente scientifico dell’Ecomuseo), oltre ai membri della comunità di Pontinia che hanno contribuito con la Libera Università ad organizzare l’incontro (un particolare ringraziamento a Ermanno Calabrò, Luigina Signorotto, Laura Scalabrini, Michele Pesaro, Marginean Mihai).

Michelangelo La Rosa e Lorenzo Ceruleo hanno approfittato dell’esposizione “Marcello Zei: passione e ricerca” nel giardino per introdurre la figura del paletnologo fiorentino.

Molti i temi affrontati nel seminario della mattina. Il coordinatore A. Saccoccio ha introdotto l’incontro sollevando il problema legato all’istruzione scolastica, che continua a essere troppo separata dal territorio e dai problemi del territorio e ancorata ai principi della trasmissione passiva di informazioni. Per questo motivo le attività portate avanti dall’Ecomuseo e dalla Libera Università sono ispirate a principi pedagogici alternativi. In particolare questo ciclo di incontri cercherà di adottare la forma del seminario maieutico, facendo propri i principi di Paulo Freire e Danilo Dolci. Si proverà a uscire fuori dalla logica dell'”evento”, si proverà a “comunicare” e non “trasmettere”. Per dirla proprio con Dolci: “Organizzare seminari e corsi affinché si formino, in ogni ambito e a ogni livello, esperti di come possiamo crescere in gruppi che favoriscano la creatività personale e collettiva sostituendo all’autorità unidirezionale strutture creaturali all’intimo, sapendo che crescere in/con una struttura comunitaria nelle sue infinite variazioni è necessario, anche se non facile: esperti di maieutiche strutture non occorrono solo a metamorfosi scolastiche ma dall’urbanistica alla medicina, dalla scienza all’industria alla politica ad ogni ambito”. Si è quindi illustrato il progetto Paesaggi invisibili e sono stati invitati tutti i presenti a rispondere alla domanda: “In che modo il progetto Paesaggi invisibili può contribuire a valorizzare il nostro patrimonio territoriale? Cosa non funziona nella valorizzazione del patrimonio a cui con tanta passione ci dedichiamo? Cosa possiamo migliorare? E come?”.

Il dialogo tra i presenti è iniziato proprio partendo dai danni causati da un sistema (scolastico, ma anche universitario) che costantemente rinnega i valori per cui afferma di esistere (la conoscenza, lo spirito critico, etc.). Si è passati, in seguito, a evidenziare il problema del progressivo abbandono delle nostre colline, attribuito a cause di natura economica e sociale; ma non è mancato chi, come Felice Calvani, ha individuato anche precise responsabilità politiche (le piccole attività non sono sufficientemente tutelate). A questo proposito l’architetto Eros Ciotti, referente per l’Ecomuseo dell’antenna di Roccagorga, ha ricordato che presto sarà possibile prendere contatto con la realtà dei villaggi di capanne, partendo proprio da un’attività condotta sul campo anni fa. Il prof. Alberto Budoni ha ricordato che uno dei problemi è la natura esogena di tanta progettualità e che l’unica via d’uscita resta quella di uno sviluppo locale autosostenibile. È intervenuta in seguito anche Lola Fernandez, da tempo attiva nel processo ecomuseale e attualmente impegnata nel Contratto di fiume Ufente, che ha sottolineato le difficoltà che la politica ha nel gestire processi partecipati di valorizzazione del territorio. Dante Ceccarini ha quindi proposto di concentrarsi sul patrimonio immateriale e in particolare ha proposto una ricerca comparata sui dialetti locali. Ernesto Migliori ha ricordato che, nonostante i numerosi sforzi da parte degli operatori culturali, resta una scarsa conoscenza del territorio.

Si è passati a condividere un momento conviviale e un pranzo comunitario, ricordando le parole di Gustavo Esteva sulla distinzione tra “comida” e “alimento” (Volver a la mesa). La convivialità è durata circa due ore, tutto il cibo (falia, pane, olio, salsicce, pancetta, formaggi, mozzarelle, carciofini e melanzane sottolio, insalata, cipolle, patate e pomodori al forno, vino, birra, dolci) è stato fornito da produttori locali.

Importante è stato il contributo (e in alcuni casi anche la presenza) delle aziende locali: Frantoio Rossetti (Sonnino), Azienda agricola di Anna Pisa (Pontinia, loc. Cotarda), Radici casa ristorante di Elisabetta Massaccesi (Pontinia, loc. Quartaccio), Macelleria Parlapiano (Latina, Tor Tre Ponti), Birrificio Terre di Confine di Livio Lattanzi (Sonnino), Le Dolcezze di Sezze di Luigina Palumbo (Sezze), Azienda agricola Calvani Felice (Latina, Tor Tre Ponti, via del Truglio 31), forno La Voglia della Cotarda (Pontinia, loc. Cotarda), caseificio Alan Farm (Pontinia).

Conversazioni pontine: Claudio Galeazzi

(Antonio Saccoccio) Buongiorno Dott. Galeazzi, tra le sue pubblicazioni figurano studi su Pontinia, ma anche su Latina, Sabaudia, Borgo San Michele. Quando e per quale motivo ha iniziato a occuparsi della storia del territorio?

(Claudio Galeazzi) Verso la seconda metà degli anni ’70 del secolo scorso, gli studenti delle Scuole di Pontinia furono coinvolti nella ricerca di notizie su Pontinia in occasione dell’Anniversario della fondazione  ed inaugurazione della Cittadina. Non essendoci sul campo materiali o libri in merito, si rivolsero al sottoscritto, allora impiegato in Comune.
Al fine di dare notizie certe, non solo basate sulla memoria orale di chi aveva vissuto quei giorni, iniziai le ricerche nell’Archivio comunale e nelle varie Emeroteche: il risultato, oltre che erudire i ragazzi su quanto trovato, fu condensato nel mio primo libro, Pontinia. Appunti, annotazioni e documenti di interesse e di storia locale, del 1978.
E da allora è iniziato il mio interesse per la ricerca storica, basata soprattutto su documentazione.

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C. Galeazzi, Pontinia. Appunti, annotazioni e documenti di interesse e di storia locale, 1978

(A.S.) C’è una ricerca, uno studio in particolare che ricorda con emozione?

(C.G.) Ho coordinato il riordinamento dei documenti e l’inventario dell’Archivio Storico (dal 1934 al 1945) del Comune di Pontinia, effettuati dal dott. Oscar Gaspari e dal dott. Claudio Olivieri  conclusi nell’anno 1984.
Leggere le carte e i documenti conservati nell’Archivio storico del Comune è stata un’esperienza che mi ha portato a scoprire la vita vissuta della comunità in cui vivo e molte specificità ai più sconosciute.
Inoltre, uno dei passaggi fondamentali per chi fa ricerca è la disseminazione dei risultati raggiunti: rendere pubblico il proprio studio per presentarlo agli altri studiosi e fare in modo che sia accessibile per tutta la comunità.
Il mio Archivio personale raccoglie documenti originali o in copia  che sono serviti per le mie  pubblicazioni: Giornali d’epoca, Manifesti e Avvisi relativi all’occupazione germanica, planimetrie e progetti, fotografie d’epoca e contemporanee di Pontinia e delle Città di Fondazione, testimonianze varie.
Avevo una raccolta degli articoli della cronaca di Pontinia dal 1975 al 2005, divisi per anno, mese e giorno, che ho donato, per problemi di spazio, alcuni anni fa al Comune di Pontinia e sinceramente non so che fine abbiano fatto.
Poiché i miei 20 libri, oltre a saggi, articoli ed interventi su riviste specializzate,. riguardano la storia locale, il mio Archivio insieme alla mia biblioteca riguarda la Storia locale.
Personalmente ho messo sempre a disposizione di studenti, anche per tesi universitarie, le notizie e i documenti in mio possesso, chiedendo, anche se non sempre è avvenuto, la citazione.

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Pontinia, Chiesa Sant’Anna, Cresimati con Mons. Navarra Vescovo di Terracina, Anni Cinquanta

(A.S.) Lei ha accumulato esperienze in molteplici campi, è stato operaio, commerciante, docente, responsabile del Settore Servizi alla Persona del Comune di Pontinia, sindacalista, Consigliere dell’Amministrazione Provinciale di Latina, Assessore alla Cultura e alle Pari Opportunità della Provincia di Latina. Quanto queste singole esperienze sono state importanti nel suo percorso di vita? E quanto la hanno aiutata a comprendere la storia del territorio pontino?

(C.G.) Ogni singola esperienza è stata importante nel percorso della mia vita perché mi ha portato a conoscere e a vivere le varie situazioni, i vari stati di attività istituzionali e non.
È implicito che tutto ciò mi ha aiutato a comprendere, a capire e a vivere la storia passata e presente del nostro territorio, mescolata alla quotidianità di adulti e ragazzi che cercano di vivere la propria vita nonostante tutto.

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50° Fondazione di Pontinia, 17 dicembre 1984

(A.S.) Lei è stato Fondatore e Direttore del Museo comunale di Pontinia “La Malaria e la sua Storia”. Ci racconta come è nata e si è sviluppata questa iniziativa culturale?

(C.G.) L’idea di costituire a Pontinia un museo sulla malaria nell’Agro Pontino nasce nel 1986, all’indomani del riordinamento dell’Archivio storico e dell’Archivio dell’Ufficio Sanitario del Comune.
In quella occasione furono rinvenuti una serie di interessantissimi documenti sull’attività del Comitato Antimalarico di Littoria, prima e dopo la Seconda guerra mondiale, tra i quali alcune mappe, tavole colorate a mano, che illustrano con dei grafici la lotta antimalarica nella pianura pontina prima e dopo la Bonifica degli Anni Trenta.
Oltre a questo materiale, sono state trovate numerose confezioni di medicinali utilizzati nella prevenzione e nella cura della malattia, diffusa nella zona fino al 1949 e opuscoli del Comitato Provinciale Antimalarico.
Questo materiale fu utilizzato, ma solo in parte e per problemi di spazio, in due occasioni: per realizzare una Mostra sulla malaria in Agro Pontino, tenutasi la prima volta a Pontinia dal 14 dicembre 1986 al 25 gennaio 1987 e la seconda a Latina dal 27 febbraio al 20 marzo 1987.
Quindi il materiale costituì l’apposito Museo, che fu inaugurato il 19 dicembre 1993, in occasione del LIX Natale della Città.

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C. Galeazzi e C. Barbato, La malaria e la sua storia, 2004

(A.S.) Lei è stato molto impegnato anche in ambito ecclesiale.

(C.G.) Sono Diacono permanente, ordinato il 19 aprile 1998 e incardinato nella Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno.
Sono Collaboratore pastorale presso la Parrocchia S. Anna di Pontinia.
Attualmente presto servizio volontario presso la Curia vescovile, dove, tra l’altro, il Vescovo mi ha nominato Notaio del Tribunale Ecclesiastico diocesano.
Dal 1991 sono Membro e Segretario della Commissione diocesana per l’Arte Sacra e i Beni Culturali.

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Claudio Galeazzi diacono

(A.S.) Ha una o più idee da proporre per il presente e il futuro di Pontinia e dell’Agro Pontino?

(C.G.) È una domanda che mi lascia un poco interdetto.
Nel corso dei miei anni vissuti in Pontinia (la prima volta vi giunsi il 12 ottobre 1968, proveniente da Sabaudia per dare origine ad un gruppo scout), ho cercato sempre di proporre e dare il mio impegno per la realizzazione di attività che potessero migliorare in tutti i sensi la vita e la conoscenza di questa cittadina.
Insieme ai Pontiniani abbiamo messo in atto realtà oggettive.
Ora mi si chiede di proporre idee per il presente e il futuro.
Orbene quello che propongo a chi di competenza, con tutto il cuore e lucidità mentale,  è di amare questa cittadina e tutto l’Agro: si sono chiuse, distrutte e abbandonate molte opere messe in atto con l’impegno e con il lavoro costante di uomini e donne.
È il nostro vissuto che, soprattutto adesso, – come ebbi già occasione di dire – ci insegna come la strada verso la complessità del futuro passa sempre attraverso il recupero del passato e non il suo oblìo o la sua distruzione.

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Claudio Galeazzi

Le vie d’acqua nell’Agro Pontino: premio o castigo? (conferenza)

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Domenica 23 dicembre 2018 – ore 10.30, a Pontinia, presso la Libera Università della Terra e dei Popoli, Strada della Cotarda, si terrà la conferenza “LE VIE D’ACQUA NELL’AGRO PONTINO: PREMIO O CASTIGO?”.

Comunicazioni da parte delle amministrazioni comunali:
Dario Bellini – Presidente della Commissione Ambiente, Comune di Latina
Matteo Lovato – Assessore alla Promozione del territorio, Comune di Pontinia
Sabrina Pecorilli – Assessore all’Urbanistica, Comune di Sezze

Relazioni:
Carlo Gazzetti – Geologo
Roberto Vallecoccia – Presidente Ass. Memoria Storica (Sezze)
Saverio D’Ottavi – Libera Università della Terra e dei Popoli, Ass. Cavata Flumen

Coordina: Antonio Saccoccio – Presidente Libera Università della Terra e dei Popoli

Proiezione del filmato “Pontinia e il suo territorio”
(a cura dell’Ass. Memoria Storica di Sezze)

IDEAZIONE E GESTIONE A CURA DI: Ass. Memoria Storica di Sezze, Libera Università della Terra e dei Popoli, Ass. Cavata Flumen, Ecomuseo dell’Agro Pontino

Per raggiungere la conferenza su Google Maps cercare “Libera Università della Terra e dei Popoli”: https://maps.app.goo.gl/T9wiV?fbclid=IwAR1HTcgxzfsecAXHYxwVhQ_EuWssoNRgLzp_zNm21Vu8fJ4b8cwPEaErxLc

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Le ragioni della pancia (Cotarda, 4 giugno 2017)

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Sicuro di mangiare sicuro? (Pontinia, 3 giugno 2017)

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