Sesta Giornata di Studi sulla Triplice Cinta (Sonnino, 14 agosto 2022)

Giuseppe Lattanzi (Direttore Scientifico Museo delle Terre di Confine, referente scientifico dell’Ecomuseo dell’Agro Pontino)
La classificazione urbanistica del Centro Storico medievale di Sonnino
Abstract – Il ben conservato centro storico di Sonnino si presenta con una pianta particolarmente interessante per gli studi di urbanistica medievale. Il suo schema radiocentrico rappresenta la
grande novità urbanistica operata proprio nel Medio Evo. La sua origine è orientale? Oppure è frutto della nuova struttura sociale prodotta dal fenomeno dell’incastellamento? In ogni caso la
presenza di questi due elementi in rapida successione può aiutare a capire la grande particolarità sonninese.

Vito Lattanzi (Antropologo e Fondatore Museo delle Terre di Confine)
Il valore culturale del gioco e le Terre di Confine
Abstract – Il rapporto tra gioco e la complessità culturale riscontrata nel comprensorio delle Terre di Confine fanno della triplice cinta un grafito particolarmente interessante per la comprensione dei rapporti sociali nel procedere della storia.

Marisa Uberti (Centro Studi Triplice Cinta – CSTC)
Gli obiettivi del CSTC nell’ambito dell’analisi statistica quantitativa (censimento internazionale) e qualitativa fin qui condotta, con particolare riferimento alla regione Lazio.
Abstract – La relazione presenta gli obiettivi del CSTC nell’ambito dell’analisi statistica quantitativa (censimento internazionale) e qualitativa fin qui condotta, con particolare riferimento alla regione Lazio, che si qualifica al primo posto in Italia per numero di esemplari documentati (32% del totale nazionale), principalmente diffusi nelle province di Latina e Frosinone. Nei borghi medievali arroccati su rilievi collinari si assiste ad una elevata concentrazione di tavolieri da gioco, nella fattispecie Triplici Cinte (alias filetti o tavole-mulino), la cui datazione non è da liquidare superficialmente ma va contestualizzata per capire il valore sociale e aggregante del soggetto perlomeno fino alla metà del secolo scorso per poi, come altrove, entrare gradualmente nel dimenticatoio. A Sonnino la massiccia presenza di tali schemi sparsi un po’ ovunque nel centro storico deve incuriosire e stimolare la ricerca di risposte, verosimilmente situate negli usi e nei costumi della tradizione locale, aprendo al contempo un interessante confronto con paesi urbanisticamente simili situati nell’Italia Settentrionale. Oltre all’aspetto ricreativo, tuttavia, il censimento mondiale dimostra che una piccola ma significativa casistica non è ludica, poiché esistono esemplari incontrovertibilmente impossibili come schemi da gioco e che rispettano alcuni precisi parametri. In base alla ventennale analisi qualitativa condotta, è stato possibile individuare quattro grandi gruppi alternativi al gioco, discussi in questa sede. Non si tratta di una valenza simbolica univoca e i casi illustrati permetteranno facilmente di capire perché. La corretta metodologia di ricerca che coniuga ricerca sul campo, confronti multidisciplinari e aggiornamenti dalla letteratura internazionale, apre le porte a un mondo affascinante rimasto inesplorato per secoli.

Sabrina Centonze (redattrice rivista Mathera)
Tabulae lusoriae graffite: le acquisizioni lucane in ambito rupestre e subdivale
Abstract – L’intervento riguarda i graffiti acquisiti negli ultimi anni in Basilicata, con particolare riferimento ai siti rupestri e subdivali del territorio di Matera. La relazione finale verterà sui dati emersi analizzando una lastra lapidea riscoperta al Museo Archeologico Nazionale Domenico Ridola, che presenta un campionario di tabulae, simboli e parti figurate di grande interesse storico, che hanno permesso di collegarla a un blocco di calcarenite erratico, ancora parzialmente affrescato, proveniente da una chiesa rupestre della zona.

Giovanni Barrella (Centro Studi Triplice Cinta, Società Speleologica Italiana, Gruppo di Ricerche Archeologiche di Luino)
La presenza della Triplice Cinta nel territorio della Daunia
Abstract – La relazione prende in considerazione la presenza della Triplice Cinta nel territorio della Daunia, che corrisponde all’incirca all’attuale Capitanata e provincia di Foggia. I luoghi in cui tale simbolo è presente possiedono un forte legame con il sacro e a tal proposito si cerca di proporre una possibile interpretazione, contestualizzando lo stesso simbolo da un punto di vista sia spaziale che temporale. Inoltre, la Triplice Cinta in Daunia verrà messa in rapporto con altri simboli di cui il territorio è estremamente ricco; simboli lasciati da pellegrini diretti alla Sacra Spelonca del Gargano, eremiti, viandanti, monaci, cavalieri, sovrani. Il fascino di tale territorio si mescola con il fascino di simboli che attraversano i secoli e si caricano di valenze tra sacro e profano. Un vero e proprio viaggio iniziatico dell’uomo con i suoi sentieri e i suoi archetipi.

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