Archivi del mese: giugno 2020

Lago Muti: sopralluogo e recupero

Giovedì 18 giugno 2020 è stato effettuato un sopralluogo al lago Muti (Sezze). Erano presenti Giorgio Stagnaro (Direttore operativo di Acqualatina), Antonio Di Prospero (Vicesindaco del Comune di Sezze), Giancarlo Siddera (Assessore al patrimonio, all’ambiente e alle attività produttive del Comune di Sezze), Diego Mantero (Dirigente presso la Direzione regionale Capitale naturale, Parchi e Aree Protette della Regione Lazio), Roberto Vallecoccia (Presidente dell’Associazione Memoria Storica di Sezze), Antonio Saccoccio (Coordinatore tecnico scientifico dell’Ecomuseo dell’Agro Pontino), Antonio Pisterzi (Responsabile Rapporti con la Pubblica Amministrazione di Acqualatina), Roberto Petrocelli (Acqualatina). Obiettivo dell’incontro: mettere in campo le strategie migliori per recuperare, gestire e valorizzare il sito.

Dal 2011 l’Associazione Memoria Storica di Sezze inizia a collaborare con il vecchio direttore di Acqualatina Andrea Lanuzza e l’amministrazione Campoli per portare all’antico splendore l’area. Dal 2019 il progetto di valorizzazione è sostenuto anche dall’Ecomuseo dell’Agro Pontino, che, avendo tra i propri principali obiettivi lo sviluppo locale autosostenibile, guarda con grande attenzione al recupero di una zona di grande rilievo storico, naturalistico ed energetico. Da qualche mese, grazie all’interessamento della Regione Lazio, e in particolare di Ernesto Migliori (Responsabile settore Tutela e Valorizzazione dei paesaggi naturali e della geodiversità per la Regione Lazio e per l’Ecomuseo dell’Agro Pontino), del dirigente Diego Mantero, dell’Ecomuseo dell’Agro Pontino e dell’Ass. Memoria Storica di Sezze, si è avviato l’iter per inserire la zona umida tra i Monumenti Naturali del Lazio.

Il lago Muti prende il nome, come il vicino lago Pani, dai suoi vecchi proprietari e si può osservare in una curva del tratto dismesso della strada regionale 156.

Il sopralluogo inizia aprendo faticosamente un varco tra arbusti, rovi e canne, a testimonianza dell’attuale stato di abbandono del sito. Si intravede il lago Muti parzialmente coperto da ninfee; giunti all’impianto, ci accoglie un grosso cervone (pasturavacche) che si sta insinuando lentamente sotto un ponticello di legno, a pochi centimetri dall’acqua. Si entra nell’impianto guidati da Roberto Petrocelli. Si notano subito le ampie vasche di carico e più in basso le turbine del vecchio impianto idroelettrico, non più in funzione.

Le due macine furono in funzione fino al 1911, anno in cui il nuovo progetto della Società Elettrica Laziale fu affidato a Raffaele Lenner, progetto che a causa della guerra venne portato a termine solo nel 1922. Quindi Sezze nel 1922 aveva a disposizione 40Kw elettrici più acqua fornita dalle pompe a pistoni. L’impianto per la produzione di energia elettrica fu impiegato per l’illuminazione di molti edifici della città di Sezze prima di essere abbandonato (anni Settanta).

Si prosegue la visita degli altri locali interni, tutto sommato in buone condizioni, in cui si trovano anche alcuni arredi mai utilizzati. Questi locali e gli arredi saranno utili in futuro per le attività di ricerca ed educative, che si intende avviare una volta recuperato il sito.

Tornati all’aperto, Roberto Vallecoccia fornisce informazioni sulla zona umida circostante, che comprende anche il più esteso lago Pani e presenta un notevole interesse naturalistico dal punto di vista botanico (ninfee, calle, luppolo etc.) e avifaunistico (gruccione, martin pescatore, airone reale e airone cenerino, biancone).

In seguito è iniziato il confronto tra i partecipanti sui prossimi passi da intraprendere per il recupero dell’area. L’amministrazione comunale, la Regione Lazio e Acqualatina sono intenzionati a recuperare l’area esterna e i locali interni. Dello stesso avviso sono l’Ass. Memoria Storica e l’Ecomuseo. Il Comune di Sezze si è impegnato a rendere agibile la zona esterna per poi consegnarla in gestione all’Ass. Memoria Storica di Sezze. La Regione Lazio, nelle persone di Ernesto Migliori e Diego Mantero, proseguirà lo studio avviato per inserire la zona umida tra i Monumenti Naturali del Lazio. Si avvicina il momento in cui l’area dei laghi Muti e Pani tornerà all’antico splendore.

Antonio Saccoccio

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“Norba, la Roccaforte nel Pontino” (suite per banda di Matteo Di Prospero)

Norma, paese dei Lepini, anfiteatro naturale affacciato sulla pianura Pontina, è parte del progetto  Ecomuseo dell’Agro Pontino e del suo Centro di Documentazione Storico Locale ubicato presso la Biblioteca Civica “ Avv. Angelo Tomassini”.

Giuseppe Cerina, giornalista del Tempo, la descriveva così: “Comune che segna il limite delle aspirazioni  tra la pianura e la montagna, dove si vanno affermando le nuove leve dei vari capitani di una industria turistica alla portata di tutti”.

Norma e il Parco Archeologico dell’Antica Norba restituiscono oggi il fermo immagine della città  repubblicana del I secolo a. C. La sua roccaforte a nido d’ aquila, esempio maestoso di mura poligonali tra le più belle del Lazio, fu distrutta nella guerra civile tra Mario e Silla nell’81 a.C.  La dodicesima colonia romana di diritto latino è stata riportata alla luce per volere delle diverse amministrazioni succedutesi nel tempo e grazie allo studio e al lavoro di scavo della Professoressa Stefania Quilici Gigli e della sua squadra di archeologi guidati dalla Dottoressa Stefania Ferrante.  Norba è così riemersa dalle ceneri del tempo per raccontare con le sue guide la vita, i costumi, le domus luoghi della quotidianità e quelli della vita pubblica, i templi, il foro, le terme, le scenografiche architetture sintesi del genio civile e militare, tratto distintivo di Roma, l’orgoglio di essere Civitas (CI – VIS, quando i confini, il territorio, la tua cultura e la tua città difesi, giacciono in quiete, QUI – ES).

Ed è proprio in questo territorio dove la terra è specchio del cielo, paradigma della vita a misura d’uomo regolata da solstizi ed equinozi, orologi stellari, che nasce la giovane promessa nella musica Matteo Di Prospero, compositore della suite per banda “Norba, la Roccaforte nel Pontino”, grazie alla quale fa rivivere l’incedere delle legioni, il passo cadenzato dei soldati, i suoni profondi della  furia della battaglia, il divampare dell’incendio, la solennità della fine di questa città. Sulle note di questa composizione vi lasciamo in una passeggiata virtuale… Norba Città del Sole vi aspetta.

Elisabetta Zaralli

 

 

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Matteo Di Prospero nasce a Latina il 29 aprile 2001. Frequenta il Liceo Classico “Dante Alighieri” di Latina. Studia nella classe di strumenti a percussione del Maestro Carlo Di Blasi presso il Conservatorio “Licinio Refice” di Frosinone, pianoforte e composizione con il Maestro Giovanni Monti. Segue corsi di direzione per orchestra di fiati con il Maestro Fulvio Creux e ha frequentato il corso di musica liturgica con il Maestro Marco Di Lenola. Ha al suo attivo una serie di concerti ed esibizioni in veste di strumentista e direttore.

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