L’Ecomuseo dell’Agro Pontino augura Buon Natale a tutte e a tutti con questa significativa poesia in dialetto sermonetano di Dante Ceccarini, referente locale dell’antenna di Sermoneta (con Nestore Pietrosanti).
Ha sparìto! Jó Bambinéglio ha sparìto! Orammài è da tànti anni che aglio pòsto séo, ‘ngìma alla magnatóia, ce stà ‘nó panettóne. La grótta schiòppa de toróni e pandòri, lasàgne e tiramisù ‘nvéce che de pàglia càlla e mòrbito fièno, de abbàcchi e capretti, sarmóni e ‘nzalàte de màre ‘nvéce che pastóri co’ gl’ócchi sbrelluccicànti e ùmile ggènde a vócca rapèrta, de fòlla ‘mbazzìta cólla mascherìna (che rabbèla mùcco e ànema) ‘nvéce che silènzio e meditazzióne. Impèra, ssà, frìddo e ‘ndifferènza ‘nvéce che calóre umàno e umàna pietà. Jó bbòve e j’asinéglio se la so’ ccòta e se ne so’ ìti londàno a pàsce ‘ngìma a tère ppiù gràte e tórno tórno alla magnatóia ce stào forèste de àrberi de plàstica, cómme de plàstica so’ gl’augùri che se scàmbieno. Bangomàtte e carte de crédito hào préso jó pósto dégli Re Màggi. Aglio pòsto della stélla comèta vèo proiettàti i fìrmi de Natàle, i sàcri cinepanettùni, ca sùlo a guardàlli te fào venì la diabbète. Ce stà de tùtto, tùtto chéllo che ‘na perzóna desìdera, ma pròpio ‘na perzóna mànga: mànga jó Bambinéglio! ‘Nze scèrne ppiù jó Bambinéglio amméso a tùtto chésso: ha stàto cacciàto dalla magnatóia e dalla grótta. Ma jó témbo è ‘nó mammòccio che dòrme, jó témbo è ‘nó mammòccio che rìde, jó témbo è ‘nó mammòccio che sàrva, e jó Bambinéglio va cerchènno ‘n’atra magnatóia péll’anno pròssimo, sperènno de non èsse cacciàto de nòvo.
Dante Ceccarini 24 dicembre 2018-24 dicembre 2021
Il Bambinello sfrattato E’ sparito! Il Bambinello è sparito! Ormai è da tanti anni che al posto suo, sulla mangiatoia, c’è un panettone. La grotta scoppia di torroni e pandori, lasagne e tiramisù invece che di paglia calda e morbido fieno, di abbacchi e capretti, salmoni e insalate di mare invece che pastori con gli occhi luccicanti e umile gente a bocca aperta, di folla impazzita con la mascherina (che nasconde faccia e anima) che corre corre corre e compra compra compra invece che silenzio e meditazione. Impera, qui, freddo ed indifferenza invece che calore umano e umana pietà. Il bue e l’asinello sono scappati e sono andati lontano a pascolare su terre più grate e tutto intorno alla mangiatoia foreste di alberi di plastica, come di plastica sono gli auguri che si scambiano. Bancomat e carte di credito hanno preso il posto dei Re Magi. Al posto della stella cometa vengono proiettati i film di Natale, i sacri cinepanettoni, che solo a guardarli ti fanno venire il diabete. C’è di tutto, tutto quello che una persona desidera, ma proprio una persona manca: manca il Bambinello. Non si vede più il Bambinello in mezzo a tutto questo: è stato cacciato dalla mangiatoia e dalla grotta. Ma il tempo è un bambino che dorme, il tempo è un bambino che ride, il tempo è un bambino che salva e il Bambinello va cercando un’altra mangiatoia per l’anno prossimo, sperando di non essere cacciato nuovamente.
Sabato 4 dicembre è stato presentato presso il Museo della Terra Pontina di Latina, centro di interpretazione dell’Ecomuseo, il volume “Piccolo trattato di pediatria poetica” di Dante Ceccarini. Con l’autore sono intervenuti Manuela Francesconi (direttrice del Museo della Terra Pontina), Antonio Saccoccio (coordinatore tecnico-scientifico dell’Ecomuseo dell’Agro Pontino) e Mauro Nasi (editore Sintagma). La presentazione, a cura dell’Ecomuseo dell’Agro Pontino e del Museo della Terra Pontina, con la collaborazione della Libera Università della Terra e dei Popoli, dell’Associazione Don Vincenzo Onorati e delle edizioni Sintagma è durata poco meno di due ore ed è stata accompagnata da alcune letture interpretate dall’attrice Amalia Avvisati e due intermezzi musicali del chitarrista Reginaldo Falconi. Ceccarini, Nasi e Saccoccio hanno dedicato particolare attenzione ai temi dell’infanzia, della spontaneità creativa e dell’oralità. Ecco qualche fotografia della mattinata.
Sabato 4 dicembre, alle ore 11, sarà presentato presso il Museo della Terra Pontina di Latina il volume “Piccolo trattato di pediatria poetica” di Dante Ceccarini (Sintagma edizioni). Interverranno, insieme all’autore, Manuela Francesconi (direttrice del Museo della Terra Pontina), Antonio Saccoccio (coordinatore tecnico-scientifico dell’Ecomuseo dell’Agro Pontino) e Mauro Nasi (editore Sintagma). Accompagneranno la presentazione alcune letture interpretate dall’attrice Amalia Avvisati e intermezzi musicali del chitarrista Reginaldo Falconi.
Qualche momento tratto dalla presentazione del “Piccolo trattato di pediatria poetica” di Dante Ceccarini, presso l’auditorium comunale di Bassiano (2 ottobre 2021). Sono intervenuti, oltre all’autore, Domenico Guidi (sindaco del comune di Bassiano), Giovanna Coluzzi (vicesindaco e assessore alla cultura di Bassiano), Mauro Nasi (editore Sintagma), Antonio Saccoccio, (dottore di ricerca in italianistica e coordinatore tecnico-scientifico dell’Ecomuseo dell’Agro Pontino), Reginaldo Falconi (chitarrista), Amalia Avvisati (attrice).
Giovanna Coluzzi, Antonio Saccoccio, Dante Ceccarini, Domenico Guidi (fotografia di Lucia Fusco).
A guardalla da ‘ncima la Madonna, t’è la forma de ‘nna scolamaccarùne arevotata, co glié vicolétte rípede co tante cemase1 e le case colle fenestrélle strette strette, come vócche raperte, pittate una deversa dall’ètra: turchine, rósce, azzurre e gialle. Ió paese è ‘ncastrato a ‘nno scenario aspro che gode quase l’ombra deglio monte delle Fate, co ‘nno mucchio de case, una che aregge l’ètra, comm’a ‘nno meracolo, quase tenissero paura de scivolà. E Tu San Marco méio, protiggeio bóno sto paese, non gn’jabbandonà. perché, se Tu te ne scurde, po’ ì a fenì pebballe2 alle Piève.
1 Cemàsa (s.f.): spazio esterno della casa antistante alla porta d’ingresso, sorretto con scala esterna. 2 Pebballe (avv.): laggiù, dalla parte di sotto.
Dante Ceccarini è medico chirurgo e pediatra, ma anche poeta in dialetto sermonetano e autore di importanti studi sul dialetto locale. Interessati da quest’ultima attività, intraprendiamo con lui una conversazione.
(Antonio Saccoccio) Buongiorno Dott. Ceccarini, lei è un medico, ma da decenni è attivissimo in ambito culturale. È noto soprattutto per le sue poesie in dialetto sermonetano, anche se ne ha composte anche in lingua italiana. Da dove nasce la sua passione per la poesia dialettale?
(Dante Ceccarini) Buongiorno. Io sono nato a Sermoneta ed ho vissuto nel paese lepino buona parte della mia vita. Quindi, sin dalla nascita, sono stato immerso in questa “lingua del cuore” che è il dialetto, sia in ambito familiare che nell’ambito degli amici, dei vicini di casa e dei conoscenti. Sono stato sempre affascinato dalla bellezza e dalla concisione della parola dialettale e dagli innumerevoli modi di dire dialettali che servono, come “utensili glottici”, per esprimere sensazioni, stati d’animo, situazioni di vita, ecc. L’occasione ultima che mi ha spinto, poi, a scrivere libri in dialetto è stato il reperimento di un piccolo glossario di termini sermonetani, scritto da un signore che ora non c’è più (Candido Stivali): da lì sono partiti i miei dizionari e gli altri libri in dialetto.
(A.S.) Lei ha ideato anche un concorso di poesie in dialetto rivolto a bambini sermonetani. Ci racconta quest’altra esperienza?
(D.C.) Io sono convinto che, per tutelare, valorizzare e difendere il dialetto, bisogna rivolgersi alle nuove generazioni, facendo conoscere loro i termini dialettali direttamente dalle persone più anziane. Riscoprire, cioè, antichi termini dialettali in un’opera che ho chiamato di “archeologia dialettale”. Naturalmente affiancando il dialetto alla lingua italiana, senza avere la pretesa di sostituirla, anzi cercando di scoprire le influenze reciproche tra lingua nazionale e lingua locale. Per far ciò bisogna rivolgersi ai bambini e ai ragazzi. Quindi nel 2010 ebbi l’idea di fare un Concorso di poesie in dialetto sermonetano, dal titolo “Sermonet’amo”, rivolto proprio ai bambini e ai ragazzi delle scuole del territorio di Sermoneta (la IV e V elementare, e le 3 classi della scuola media). In ciò sono stato supportato dalla mia Associazione culturale, l’Archeoclub di Sermoneta (di cui ero Presidente in quel periodo), da una serie di altre Associazioni del Territorio, dal Comune di Sermoneta e, naturalmente, dal plesso scolastico “Donna Lelia Caetani” di Sermoneta. I bambini e i ragazzi preparavano per tempo le loro poesie in dialetto, naturalmente aiutati dai genitori, nonni, zii, conoscenti, ecc., e alla fine dell’anno scolastico veniva organizzata una bella cerimonia di premiazione all’interno della scuola (il primo anno all’interno del castello Caetani). I premi consistevano (e consistono) in buoni acquisto libri e materiale scolastico, sia per il singolo studente che per la classe. Dal 2010 abbiamo organizzato 8 edizioni del Sermonet’amo, e i ragazzi hanno scritto, in questi anni, più di 1000 poesie in dialetto. Nel 2020 si sarebbe dovuta tenere la nona edizione, ma, a causa della pandemia, è stata rinviata: speriamo di tenerla nel 2021. Alcuni ragazzi sono stati premiati anche in ambito regionale.
(A.S.) Non solo creatività, ma anche studio e ricerca. Lei ha scritto dizionari sermonetano-italiano e italiano-sermonetano.
(D.C.) Ho scritto nel 2010 il Primo Dizionario Sermonetano-Italiano e qualche anno dopo il Secondo Dizionario Sermonetano-italiano ed il Primo Dizionario Italiano-Sermonetano. In questi 3 Dizionari sono riportate migliaia di parole dialettali, ma il mio lavoro di studio e ricerca non è finito lì. Giornalmente, aggiorno i vari dizionari con altri termini dialettali (e relative traduzioni), intervistando le persone più anziane di Sermoneta, ma anche le persone di altre età. Ciò perché il dialetto, come tutte le lingue, muta nel tempo, si arricchisce di nuovi termini ed altri ne perde. Perciò il dialetto sermonetano degli anni ‘20, ‘30 è diverso da quello del dopoguerra, da quello degli anni ‘70 e ‘80 e da quello di oggi. Da ciò nasce la necessità di intervistare e di apprendere da persone di diverse fasce di età, anche dai giovani. Come dicevo, aggiorno continuamente i vari Dizionari, nei files del mio computer, e sono arrivato a contare circa 20000 termini dialettali. Inoltre ho scritto anche un libro sui Proverbi, modi di dire, filastrocche, maledizioni sermonetane, messe a confronto con analoghe espressioni dei paesi dei monti Lepini, del Lazio e con agganci anche in ambito nazionale. Anche in quest’ultimo caso, aggiorno continuamente i files del computer con nuovi proverbi, modi di dire ecc.
(A.S.) Spesso voi poeti dialettali date vita a eventi collettivi, in cui recitate i vostri componimenti. Ne nascono momenti di grande condivisione per la comunità lepina e pontina.
(D.C.) Sì, è così. C’è un grande fiorire di poesia dialettale sui monti lepini e ci sono molti studiosi di dialetto che, pur mantenendo la passione dello studio del proprio dialetto, hanno “virato”, come me, verso la poesia dialettale e in lingua italiana. Prima della pandemia c’era un susseguirsi di incontri poetici, maratone dialettali, concorsi di poesia dialettale, ecc. in tutti i paesi dei monti lepini (da Cori a Sezze, da Bassiano a Norma, da Sermoneta a Maenza, ecc.). Con la pandemia gli eventi in presenza naturalmente si sono molto affievoliti ed arrestati, ma stiamo facendo degli incontri poetici su vari blog, pagine facebook ed altro. Speriamo di riprendere a pandemia finita.
(A.S.) Ultimamente si è dedicato anche alla poesia italiana. Quali differenze nel comporre versi in dialetto e nella lingua di Dante e Petrarca?
(D.C.) Sono già 6-7 anni che scrivo anche poesie in italiano. Ma contemporaneamente anche in dialetto. Certe volte le scrivo prima in italiano e le traduco in sermonetano, altre volte le poesie nascono direttamente in sermonetano e poi le traduco. La differenza tra lo scrivere in italiano e lo scrivere in dialetto è difficile da spiegarsi. Il dialetto mi dà una connotazione ed una emozione più intima (o intimista), specialmente riguardo ad alcuni temi, come l’amore, il ricordo, la nostalgia (o dolore del ritorno, in questo caso inteso come dolore del ricordo). L’italiano mi dà una dimensione più ampia, più universale ed una possibilità di espressione (nel senso della varietà di termini e significati più ampia e più profonda). Con il dialetto posso usare circa 20000 lemmi, con l’italiano qualche centinaio di migliaia. In breve, il significato è il medesimo (o quasi), mentre quello che varia è il significante.
(A.S.) La sua professione di medico e pediatra esercita un’influenza sulla sua attività poetica?
(D.C.) Senz’altro la mia professione di medico e pediatra è importantissima, direi essenziale, per la mia attività poetica. Con il contatto quotidiano con i bambini che curo (e per contatto intendo non solo l’atto medico, ma anche il parlare, lo scherzare, l’immedesimarmi nel bambino che ho di fronte) ho una ispirazione continua dal punto di vista poetico. L’essere bambino è di per sé una forma di poetica. Inoltre l’essere medico, e quindi parlare con i genitori, i nonni, i parenti, mi aiuta molto nello scoprire parole dialettali, espressioni, modi di dire, proverbi ecc. Per cui, con alcuni di questi parenti, mi esprimo (e ci esprimiamo) solo in dialetto.
(A.S.) Lei è prima di tutto un sermonetano. Ha idee da proporre per il presente e il futuro di Sermoneta o più in generale dell’Agro Pontino e dei Monti Lepini?
(D.C.) Ho un’idea (e una speranza) fondamentalmente. A pandemia finita, organizzare un grande evento, un Concorso Internazionale di Poesia a Sermoneta, con l’aiuto del Comune di Sermoneta e della Fondazione Caetani. Un concorso formato da tante sezioni (poesia in italiano, poesia in dialetto, poesia giovani, videopoesia, sillogi e libri, ecc.). Ma il Concorso, con una Giuria qualificata, può estendersi anche a tutti i monti Lepini e non solo Sermoneta, con la collaborazione e l’unità dialettale di tutto il territorio. Speranza vana, utopia? Non so, vedremo. Lo scopriremo solo vivendo.
(A.S.) La ringraziamo per la sua disponibilità e speriamo di poter collaborare ancora per trasformare questa sua speranza in realtà.
Dante Ceccarini con Osvaldo Bevilacqua durante le riprese della trasmissione “Sereno Variabile” (Rai Due)
* I libri di Dante Ceccarini sono reperibili presso la Libreria Candileno Punto Einaudi al Sermoneta Shopping Center oppure presso La Mia Libreria in piazza della Libertà 35/37, a Latina.