Archivi del mese: luglio 2022

Il Patrimonio della Bioregione Pontina a Sabaudia, tra scuola, università, ecomuseo

Venerdì 22 luglio ore 18.00, presso il Centro di Interpretazione dell’Ecomuseo dell’Agro Pontino Museo Civico del Mare e della Costa “Marcello Zei” di Sabaudia (LT), si è svolto il terzo incontro di presentazione del progetto “Riconoscere il Patrimonio della Bioregione Pontina”, finanziato dall’Università Sapienza di Roma nell’ambito del progetto CIVIS Open Lab e del progetto PCTO Sapienza. L’incontro è stato curato dall’Ecomuseo dell’Agro Pontino, partner del progetto, e dall’I.O. Giulio Cesare di Sabaudia.

Dopo i saluti della D.S. dell’I.O. Giulio Cesare Prof.ssa Miriana Zannella, della Direttrice del Museo Giulia Sirgiovanni, dell’assessore alla Pubblica istruzione di Sabaudia Pia Schintu e del delegato al Patrimonio e al Demanio Davide Gallucci, il prof. Alberto Budoni dell’Università Sapienza di Roma ha presentato il progetto CIVIS Open Lab “Riconoscere il Patrimonio della Bioregione Pontina” e illustrato la piattaforma Pontine B.He.R.P.
In seguito la prof.ssa Paola Carelli ha illustrato il lavoro svolto nell’ambito del PCTO dalle studentesse e dagli studenti delle classi 4AS, 5AI, 5A e 5B Lssa dell’Istituto omnicomprensivo ‘Giulio Cesare’, plesso ‘Rita Levi Montalcini’ di Sabaudia. La parola è passata quindi a Lorenzo Fonte e Lorenzo Pontecorvo per la 5 A Inf, Maria Romani per la 4 AS, Benedetta Colimodio, Riccardo Tovo e Arianna Verticchio per la 5 A Lssa, che hanno presentato le schede del loro lavoro sul patrimonio territoriale di Sabaudia e San Felice Circeo (in particolare: la Cisterna romana, la Grotta delle capre e il Riparo Blanc).

L’incontro è proseguito nello spazio esterno antistante al Museo, un momento di dialogo aperto con gli studenti e la cittadinanza presente. Sono intervenuti il coordinatore tecnico-scientifico Antonio Saccoccio, il rappresentante legale Angelo Valerio, e poi Michelangelo La Rosa e Augusta D’Andrassi (che hanno spiegato ai ragazzi l’influenza che la figura di Marcello Zei ha esercitato sulla loro formazione professionale) e Dante Ceccarini (che ha illustrato la ricerca sui dialetti locali che sarà presto condivisa sulle piattaforme digitali gestite dall’Ecomuseo e dall’Università Sapienza). Dopo gli interventi di alcuni cittadini (tra cui Daniela Carfagna e Pier Giulio Cantarano), un paio di studenti hanno avanzato suggerimenti e proposte. In particolare sono state proposte integrazioni alla piattaforma digitale utilizzata per la catalogazione del patrimonio della Bioregione e consistenti interventi per migliorare l’accessibilità e la sicurezza dei sentieri di accesso ad alcuni siti visitati nei mesi precedenti durante il PCTO.

La serata si è conclusa con rinfrescanti fette di cocomero e melone (offerte dalla Sabaudia Nostrana di Gianluca Mastracci), confidando di riprendere il percorso formativo a settembre.

Fotografie di Valentina Di Prospero e Antonio Saccoccio

“Riconoscere il Patrimonio della Bioregione Pontina” (Sabaudia, 22 luglio 2022)

Venerdì 22 luglio ore 18.00, presso il Centro di Interpretazione dell’Ecomuseo dell’Agro Pontino Museo Civico del Mare e della Costa “Marcello Zei”, in Piazza Alberto Moravia, Sabaudia (LT), ci sarà la presentazione del progetto “Riconoscere il Patrimonio della Bioregione Pontina”, finanziato dall’Università Sapienza di Roma nell’ambito del progetto CIVIS Open Lab e del progetto PCTO Sapienza.

Qui di seguito il programma dell’incontro:

Saluti della D.S. dell’I.O. Giulio Cesare Prof.ssa Miriana Zannella e della Direttrice del Museo Giulia Sirgiovanni
Presentazione del Progetto CIVIS Open Lab “Riconoscere il Patrimonio della Bioregione Pontina” e illustrazione della piattaforma Pontine B.He.R.P. (a cura del Prof. Alberto Budoni per l’Università Sapienza di Roma e della Dott.ssa Claudia Carlucci per il Polo Museale Sapienza)
Presentazione del lavoro svolto dagli studenti durante il PCTO (a cura della Prof.ssa Paola Carelli)
Esposizione delle schede realizzate (a cura degli studenti)
L’Ecomuseo dell’Agro Pontino: sintesi del processo e degli obiettivi (a cura del coordinatore tecnico-scientifico Antonio Saccoccio, del rappresentante legale Angelo Valerio e dei referenti locali)
Marcello Zei e il Museo del Mare e della Costa di Sabaudia (a cura di Michelangelo La Rosa e Augusta D’Andrassi – Fondazione M. Zei)
Paesaggi invisibili e patrimonio immateriale: la catalogazione dei dialetti locali (a cura di Dante Ceccarini e Antonio Saccoccio)
Proposte di alcuni studenti per lo sviluppo locale autosostenibile di Sabaudia e dialogo con la cittadinanza

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Open Civis Lab “Riconoscere il Patrimonio della Bioregione Pontina” (tre eventi di disseminazione)

Abbazia di Valvisciolo da via Torno (Stefano Orlando) – foto del mese di giugno

Per il mese di giugno abbiamo selezionato la fotografia di Stefano Orlando che immortala l’Abbazia di Valvisciolo da via Torno, una stradina di campagna che regala ampie vedute verso i Lepini e che si trova tra Via Dormigliosa e la Borgata Carrara. Lo scatto è stato effettuato con una Canon 6D, focale di 300mm.

Stefano Orlando ha due passioni: la geografia e la fotografia paesaggistica. Gestisce la pagina Facebook “Il Viaggio Pontino di Stefano Orlando“. Ama usare lo zoom/teleobiettivo inquadrando spesso aspetti del territorio sotto una nuova prospettiva e zoomando verso terre confinanti con le nostre. Lo scopo della sua “mission” è di far conoscere fotograficamente e riunire in un’unica pagina un territorio così variegato sia antropologicamente che fisicamente dal nord al sud della provincia, dalle aree di Aprilia/Cisterna a quelle di Gaeta/Formia. 

Un paesaggio invisibile a Roccagorga: il villaggio di capanne in località Valle La Caccia (idee per la valorizzazione)

Sabato 9 luglio si è tenuto a Roccagorga, in una sala dell’EtnoMuseo Monti Lepini, un incontro per il progetto “Paesaggi invisibili”. L’EtnoMuseo è diventato Centro di interpretazione locale dell’Ecomuseo con una delibera di giunta nel dicembre del 2020.

Sono intervenuti: Antonio Saccoccio (coordinatore dell’Ecomuseo dell’Agro Pontino), Angelo Valerio (rappresentante legale dell’Ecomuseo), Eros Ciotti (architetto, presidente di Metropoli’s, associazione che gestisce l’EtnoMuseo Monti Lepini, referente locale dell’Ecomuseo dell’Agro Pontino), Roberta Tucci (etno-antropologa, docente della Scuola di Specializzazione in beni demoetnoantropologici dell’Università Sapienza di Roma, membro del Comitato tecnico-scientifico dell’Ecomuseo delle Acque del Gemonese).

Angelo Valerio ha ricordato l’importanza per l’Ecomuseo della ricerca etnoantropologica e del rapporto con l’EtnoMuseo di Roccagorga.

Antonio Saccoccio ha sinteticamente introdotto l’idea che sta alla base del progetto “Paesaggi invisibili” (richiamando le teorizzazioni di Lucio Gambi e Maurizio Maggi) e ha messo l’accento sulla cosiddetta “invisibilità del pastore”, tema ricorrente negli studi sui villaggi di capanne.

Eros Ciotti ha quindi illustrato con una ricca serie di immagini e fotografie il villaggio di capanne sito in località Valle La Caccia. Del villaggio è stato effettuato anni fa, su progetto del prof. Vincenzo Padiglione, direttore scientifico dell’EtnoMuseo Monti Lepini, un rilievo e uno studio completo da un gruppo di ricerca composto da architetti, archeologi e antropologi, coordinati rispettivamente dall’arch. Eros Ciotti, dall’archeologa Prof.ssa Margherita Cancellieri e dallo stesso prof. Padiglione. Il villaggio, costruito da carpinetani, è suddiviso in tre zone vicine ma distinte in cui vivevano tre gruppi familiari; fu abbandonato quando negli anni Cinquanta iniziò il rimboschimento. Ora è quasi completamente nascosto dalla vegetazione. Occorre comprendere in che modo riscoprirlo e valorizzarlo.

Roberta Tucci ha ricordato l’importanza di cercare i giusti attori sociali, quelli che appartengono ai contesti agropastorali, per poter poi colloquiare con loro. Dopo aver lavorato sulle fonti e sulla documentazione, sarà necessario rendere fruibili questi luoghi, renderli evidenti, visibili, con sentieri segnalati. In seguito non bisognerà considerarlo solo un luogo di escursioni, ma anche un sito in cui la comunità entra dentro in modo esperienziale, con attività di cooperazione e manutenzione sulla pietra a secco. Lungo i percorsi si potranno costruire altri muretti a secco, ma anche manufatti nuovi, che possono essere accanto o sulla via per raggiungere il villaggio. Ogni anno si potrebbero costruire dei pezzi di muretti a secco. In questo modo si potrebbe recuperare un legame anche affettivo con il nostro passato, senza alcuna nostalgia. Un’altra possibilità è organizzare letture tematiche o piccoli concerti, come fa l’Ecomuseo delle Acque del Gemonese. In ultimo, ma non per importanza, si potrebbe realizzare una mappa di comunità per rendere visibile ciò che ora è invisibile, anche per estendere questo discorso ad altre località e comunità con emergenze analoghe.

L’incontro si è concluso con alcuni preziosi interventi dei partecipanti e un delizioso rinfresco preparato e offerto dall’EtnoMuseo.

Per l’accoglienza e la splendida ospitalità ringraziamo Mara Ricci, Noemi Politi, Angelica Saputo, Paola Cipolla, Vincenzo Piccaro, Domenico Orsini.

La prevista passeggiata di scoperta al villaggio di capanne in località Valle La Caccia è stata rimandata al prossimo autunno. In sostituzione Eros Ciotti ha portato i partecipanti in piazza VI Gennaio e li ha intrattenuti con il racconto straordinario di una comunità che, ispirata dall’illusionismo barocco, preferì costruire un’altra città piuttosto che continuare a sviluppare gli spazi angusti del Medioevo. Chi ha voluto e potuto, è rimasto a cena godendosi la fresca serata a Roccagorga.

In Italia è soprattutto il cedimento del “paesaggio invisibile” che ha messo in crisi la bellezza, la solidità, la vivibilità di molti territori: relazioni sociali, uso consuetudinario dei luoghi e delle risorse comuni soprattutto territoriali, norme e prassi di convivenza e reciprocità, modalità di comunicazione inter-generazionali e di trasmissione dei saperi sono lentamente “franati”, prima del paesaggio visibile, silenziosamente ma non meno disastrosamente. [Maurizio Maggi, 2006]

Il villaggio di capanne, distinto in tre zone (immagini tratte dalle relazione di Eros Ciotti)
Fotografia di gruppo con il responsabile legale dell’Ecomuseo Angelo Valerio, il coordinatore dell’Ecomuseo Antonio Saccoccio e alcuni referenti locali dell’Ecomuseo: Luciano De Prosperis (Amaseno), Ernesto Migliori (Vallecorsa), Eros Ciotti (Roccagorga), Pino Lattanzi (Sonnino).
Eros Ciotti ed Ernesto Migliori
Ernesto Migliori e Carlo Pietrocini