Archivi categoria: Ecomuseo dell’Agro Pontino

“1940-1945: La Guerra degli Italiani” (rassegna di conferenze a Latina)

“1940-1945: La Guerra degli Italiani”
Casa del Combattente (Piazza San Marco, 4 – 04100 Latina)
Museo della Terra Pontina (Viale Vittorio Veneto, 24 – 04100 Latina)
Da Aprile a Dicembre 2022

Immagine

Peregrinatio della Lampada Marciana e del Vangelo di San Marco (Sonnino, 20 aprile 2022)

Indagine sulla percezione del patrimonio territoriale e del processo ecomuseale in Agro Pontino (Università La Sapienza)

Da circa un anno una studentessa dell’Università di Roma “La Sapienza” sta conducendo, per la sua tesi di laurea in studi storico-artistici, una ricerca sugli ecomusei in Italia. In particolare, il secondo capitolo è interamente dedicato all’Ecomuseo dell’Agro Pontino. Ha quindi elaborato un questionario sulla percezione del patrimonio territoriale e del processo ecomuseale in Agro Pontino.
Il questionario somministrato prevede risposte in forma anonima. Invitiamo gentilmente le amiche e gli amici dell’Ecomuseo a dedicare 10 minuti alla compilazione del questionario (basta cliccare su questo link).
Al termine della ricerca, i risultati saranno condivisi con tutta la comunità.
Grazie per la collaborazione.

La liva rossa (di Caterina Pistilli)

Queste sono le olive in salamoia, qualità Itrana ,”la liva rossa” (l’oliva grande) comunemente chiamata da noi coresi.
Tra marzo e aprile è il periodo della raccolta, quando la “liva” è completamente giunta a maturazione e con il primo caldo è tornata ad essere liscia e bella gonfia.
Viene coltivata nelle nostre splendide colline tra Cori, Giulianello, Rocca Massima e Norma; anche se talvolta le coltivazioni si spingono dai piedi delle montagne fino alle zone più a valle.
Ma, come sappiamo, la particolarità di questa qualità di ulivo è che necessita di zone non troppo umide, molto assolate, riparate da venti freddi e gelate notturne, per questo la produzione per eccellenza la si ha proprio in collina dove il clima è ottimo.
Da sempre a Cori si coltivavano olive da olio come la “liva menuta, Jo leccino ecc.”, dagli anni Settanta in poi vennero innestati la maggior parte dei nostri uliveti con questa fino ad allora nuova coltura e dopo alcuni anni fu un vero e proprio boom economico per la nostra piccola economia contadina.
Tant’è che alcuni anni fa una bottegante di abbigliamento e biancheria da corredo mi raccontò che a Cori quando c’era l’anno della “carecativa” girava l’economia del paese, si acquistavano corredi per le giovani aspiranti spose, si rinnovano tolette per la festa.
Sì, proprio così, la “carecativa”, perché questa tipica coltivazione non produce ogni anno, ma alterna un anno sì e l’altro no. Dal momento che a fine raccolta la pianta viene potata molto, e la potatura avviene tra aprile e maggio, non avrebbe possibilità di riprodurre il frutto per lo stesso anno.

La ricetta della nostra tradizione.
Per ogni kg di olive 70 grammi di sale.
Sistemare le olive pesate in un recipiente capiente e con la bocca larga, per facilitare il processo di riempimento e di fuoriuscita delle olive; unire la giusta percentuale di sale e colmare con acqua fredda.
Lasciare riposare le olive in dispensa o in cantina per 6 o 7 mesi.

P.s.
Acquistate le olive dai produttori locali in questo periodo per avere olive da pasto dolci e saporite per tutto l’anno, da gustare come antipasto.
Ideali anche per la preparazione di sughi o pietanze a base di carne alla cacciatora. Ottimi gli “spaghetti co Jo tunno e live”.

(testo e fotografie di Caterina Pistilli, tramite il gruppo CÒRI MÉ BBÉGLIO)

Fenicotteri sul Lago dei Monaci (Assunta Tognoni) – foto del mese

Per questo mese abbiamo selezionato la serie “Fenicotteri che planano sul Lago dei Monaci”, realizzata da Assunta Tognoni.

Assunta Tognoni cresce a Borgo Montenero, frazione rurale di San Felice Circeo. Instancabile camminatrice e amante della natura, cerca di trasmettere il suo amore per il proprio territorio attraverso i suoi scatti, sempre originali e suggestivi. Nel 2013 apre la pagina facebook Circeo: l’incanto della Maga Circe, figlia del sole, con grande successo di pubblico.

Parte la selezione della fotografia del mese in Agro Pontino

La fotografia rappresenta da almeno un secolo un fondamentale strumento di conoscenza del nostro patrimonio culturale e ambientale. A partire da marzo 2022, l’Ecomuseo dell’Agro Pontino sceglierà mensilmente una fotografia realizzata da un fotografo professionista o amatoriale del nostro territorio. Saranno presi in considerazioni esclusivamente gli scatti che ritraggono il territorio dell’Agro Pontino (incluso il versante pontino dei Monti Lepini e dei Monti Ausoni).

La fotografia sarà pubblicata sul sito web e sui social network dell’Ecomuseo, con notizie sul luogo immortalato dallo scatto e sull’autore.

Invitiamo chiunque voglia partecipare a inviare fotografie (indicando autore e titolo degli scatti) all’indirizzo ondaecomuseoagropontino@gmail.com

La prima fotografia selezionata sarà pubblicata alla fine del mese di marzo.

Cultura tradizionale sezze (Suso, 2021)

Sezze, località Suso, 2021. Giornata di recupero della cultura tradizionale sezzese.

A cura dell’Ass. Colli tutto l’anno, con la collaborazione di: Libera Università della Terra e dei Popoli, Ass. Memoria Storica di Sezze, Ecomuseo dell’Agro Pontino.

Nunziatina spiega e mostra ai più giovani come si fanno le “paste di visciola” (le apprezzatissime crostatine con la marmellata di visciole), le “paste di mandorla”, il calascione e le fettuccine tirate a mano. La figlia Antonella Costantini e diverse donne sezzesi, tutte in abito tradizionale, aiutano Nunziatina.

Video: Roberto Vallecoccia. Musiche e canti: I desperados.

Laboratorio di condivisione del Programma d’Azione del Contratto di Fiume Ufente

Si è tenuto oggi 8 febbraio 2022 in modalità webinar il “Laboratorio di condivisione del Programma d’Azione del Contratto di Fiume Ufente”, a cui ha partecipato l’Ecomuseo dell’Agro Pontino insieme ai suoi partner storici “Libera Università della Terra e dei Popoli” e “Associazione Memoria Storica di Sezze”. Hanno coordinato e condotto l’incontro: Serena Muccitelli (U-Space srl), Lola Fernandez (Assessore Attività Produttive – Comune di Sezze), Stefano Magaudda (U-Space srl).

Sono state rapidamente illustrate le schede prodotte da enti e associazioni locali. Nei prossimi giorni le schede saranno oggetto di revisione in vista della firma dell’Accordo di Programmazione Negoziata prevista per il 23 febbraio 2022 presso la sede della Provincia di Latina.

Lola Fernandez
Roberto Vallecoccia
Serena Muccitelli

“Riconoscere il patrimonio della Bioregione Pontina” (PCTO – CIVIS OPEN LAB)

Mercoledì 2 febbraio 2022 nell’ambito del progetto CIVIS OPEN LAB “Riconoscere il patrimonio della Bioregione Pontina” curato dall’Università Sapienza di Roma ha preso avvio il percorso PCTO con tre istituti dell’Agro Pontino. Le scuole coinvolte sono il Liceo Classico Dante Alighieri di Latina, l’Istituto omnicomprensivo Giulio Cesare di Sabaudia, l’ISISS Pacifici De Magistris di Sezze.

L’incontro è iniziato con la presentazione del progetto a cura del prof. Alberto Budoni. In seguito i tre partner locali hanno presentato le azioni che i loro enti portano avanti sul territorio; sono intervenuti Fabrizio Di Sauro per la Compagnia dei Lepini, Antonio Saccoccio per l’Ecomuseo dell’Agro Pontino, Massimo Amodio per la Fondazione Roffredo Caetani. Hanno quindi preso la parola i docenti delle scuole responsabili del PCTO. A questo punto i coordinatori del progetto hanno introdotto i concetti-chiave di “patrimonio” e “bioregione”. Quindi sono intervenuti Gianluca Vavoli (presentazione della piattaforma WebGIS), Andrea Tardio (L’organizzazione della scheda e le modalità di compilazione) e Stefano Drudi (I beni oggetto del lavoro dei gruppi).

É la Contessa terracinese Elisabetta Fiorini Mazzanti l’unica scienziata pontina dell’800 (di Francesco Tetro)

Ripubblichiamo l’interessantissimo articolo É la Contessa terracinese Elisabetta Fiorini Mazzanti l’unica scienziata pontina dell’800 di Francesco Tetro, pubblicato il 15 febbraio 2010 sul quotidiano “Il Tempo” nella rubrica “Latina da vivere”. Tetro è referente scientifico per l’Ecomuseo dell’Agro Pontino e responsabile, con Antonio Saccoccio, del Centro Studi dell’Ecomuseo sito presso la Libera Università della Terra dei Popoli (Pontinia).

Un territorio come quello pontino, affatto urbanizzato fino ai primi decenni del XX sec., con una natura dominante e così prossima alla Capitale, non poteva non attrarre, oltre i protagonisti del Grand Tour letterario e pittorico, anche l’interesse scientifico dei botanici, attivi in zona almeno dal Rinascimento. Fatto straordinario però è che una donna, la contessa Elisabetta Fiorini Mazzanti di Terracina, occupasse una posizione di indiscutibile rilievo internazionale nello studio della flora pontina. Nata a Terracina nel 1799 dal conte Giuseppe e da Teresa Scirocchi (a Terracina Alta, alle spalle della Cattedrale e probabilmente al centro del ghetto ebraico, notevoli solo le case che portano il nome della madre, le cosiddette “Case Scirocchi”, risalenti al XII-XIII sec.), apparteneva ad una famiglia agiata, aveva buone relazioni, raffinate tradizioni e soprattutto una educazione completa nelle discipline umanistiche, artistiche e nella lingue (francese, inglese e tedesco), indispensabili per i suoi studi scientifici come la botanica. Divideva la sua vita tra la casa di Roma, dopo aver sposato il conte e giureconsulto Luca Mazzanti, e le tenute familiari di Terracina e del Circeo, dove raccolse le prime piante, sotto la guida dello scienziato G.B. Brocchi e del botanico E. Mauri che dal 1820 dirigeva l’Orto Botanico di Roma. Il salotto romano di Piazza S. Claudio era frequentato da intellettuali e scienziati; si ricordano fra gli altri Carlo Luciano Bonaparte e il principe di Canino, anch’esso naturalista di chiara fama, che ebbe il merito di convincere Elisabetta a stampare nel 1828 la sua “Appendice al Prodromo della flora romana” (vi aggiunse una centuria, cioè ben cento nuove specie identificate nelle sue perlustrazioni). Molte di quelle cento nuove specie scoperte dalla Fiorini saranno successivamente pubblicate in riviste scientifiche di circolazione internazionale. Ma i suoi più importanti studi vennero rivolti all’ampelografia, cioè allo studio dei vitigni italiani, che gli valsero l’ingresso all’Accademia Reale delle Scienze di Torino. Dopo la morte del marito in giovane età (1841), del padre (che gestiva la Stazione di Posta di Terracina, vicinissima alla settecentesca residenza, purtroppo distrutta nell’ultimo conflitto mondiale) e dell’unica figlia, Elisabetta Fiorini si dedicò completamente all’amministrazione delle sue terre pontine e più intensamente agli studi naturalistici nell’agro terracinese, nelle zone palustri e nella Selva del Circeo. Suo merito, negli studi sulle alghe d’acqua dolce e d’acqua termale, fu il rinvenimento di una nuova specie di Diatomea, l’Amphora bulbosa, rinvenuta nelle acque salso-acidule presso Terracina, e la Porotrichum che venne battezzata Mazzantii Nob. La contessa, essendo appassionata della flora che nasceva nei pressi delle fonti, studiò particolarmente quella delle Acque Albule e prima di morire concluse i suoi studi sulla florula del Colosseo. C. Montagne la ricordò dando il suo nome ad alcune specie (Genere Mazzantia), come il Parlatore (Genere Fiorinia) e il Müller che denominò una nuova specie di muschio inviatogli dalla Fiorini “Filotrichella Fiorini Mazzantia”. Elisabetta Fiorini Mazzanti fu socia onoraria di prestigiose istituzioni scientifiche (Nuovi Lincei, Accademia di Orticoltura di Bruxelles, Accademia Agraria di Pesaro, Accademia Tiberina, Accademia dei Georgofili di Firenze, Accademia Economico-Agraria di Perugia, Società Medico-Fisica di Firenze, Accademia Leopoldina di Dresda, etc.) e lasciò la sua biblioteca con le sue ricerche, oltre i suoi preziosi erbari, all’Istituto di Botanica dell’Università La Sapienza di Roma. È un peccato che alla sua figura di scienziata non vengano dedicati approfonditi studi e che nel futuro Museo delle Bonifiche, da allestire a Terracina nel settecentesco Palazzo della Bonificazione, non venga dedicato uno spazio adeguato alla qualità delle sue ricerche