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Premio Nazionale Poesia Dialettale Città di Sermoneta (12-14 dicembre 2025)

L’Unitre Sermoneta (Università delle tre età) “Marguerite Chapin Caetani” e il Comune di Sermoneta, d’intesa con la fondazione Roffredo Caetani di Sermoneta, con il patrocinio richiesto al Ministero della Cultura (MIC), alla Regione Lazio, alla Provincia di Latina e all’Unesco, e in collaborazione con L’Archeoclub di Sermoneta, la Pro Loco Sermoneta APS, l’Ecomuseo dell’Agro Pontino, l’Associazione Festeggiamenti Centro Storico Sermoneta, la Compagnia Teatrale Dritto & Rovescio e l’Associazione Sbandieratori Ducato Caetani di Sermoneta hanno indetto il I Premio Nazionale di Poesia Dialettale “Città di Sermoneta” 2025.

Regolamento

Il Premio si articola in tre Sezioni:

  • Sezione A: Silloge poetica inedita in uno dei Dialetti d’Italia, con traduzione in italiano e indicazione del dialetto di provenienza;
  • Sezione B: Poesia singola inedita in uno dei Dialetti d’Italia, con traduzione in italiano e indicazione del dialetto di provenienza;
  • Sezione C (Sezione giovani): poesia singola inedita in uno dei Dialetti d’Italia, con traduzione in italiano e indicazione del dialetto di provenienza, riservata ai ragazzi dagli 8 ai 18 anni, previa liberatoria dei genitori.

Le opere ammesse al premio dovranno essere inedite.

Per inedita s’intende un’opera mai pubblicata, né in versione cartacea né in e-book, attraverso Casa Editrice, portale di Autopubblicazione o in proprio, ovvero mai inserita in una pubblicazione con attribuzione di codice Isbn. Saranno invece valide le opere semplicemente condivise dall’Autore su siti web, blog, social network e affini.

Al premio sono ammessi a partecipare autori maggiorenni (ad eccezione della sezione C, appositamente dedicata ai minori) e di qualsiasi nazionalità.

Il contenuto delle opere in concorso non dovrà ledere in nessun modo il buon gusto e i comuni valori etici, culturali e religiosi, non dovrà contenere elementi razzisti, offensivi, denigratori, pornografici, blasfemi o d’incitamento all’odio e che incitino alla violenza di ciascun tipo o fungano da proclami e/o manifesti ideologici e politici, pena l’esclusione dal Premio.

Le opere pervenute non saranno restituite.

Con la partecipazione al Premio l’Autore garantisce che l’opera presentata è frutto della sua creatività personale e che rispetta tutti i requisiti del regolamento del Bando. In caso contrario l’opera sarà esclusa dal Concorso.

Con la partecipazione al Premio l’autore concede autorizzazione al trattamento dei propri dati personali, solo per le finalità previste dal Premio e in linea con quanto stabilito dal D.Lgs. 196/93 e successive modifiche, in ottemperanza al GDPR regolamento U.E.

La partecipazione al Premio implica la totale accettazione del regolamento e la mancata osservanza comporterà l’immediata esclusione del trasgressore.

Gli autori, per il fatto stesso di partecipare al concorso, cedono il diritto di pubblicare, in toto o in parte, le proprie opere sulle pagine Facebook degli Enti e delle associazioni promotrici e in una eventuale antologia o raccolta in formato digitale o cartaceo senza

aver nulla a pretendere come diritto d’autore. I diritti, ad eccezione dei casi suddetti, rimangono comunque di esclusiva proprietà dei singoli Autori.

I promotori del Premio si riservano la facoltà di realizzare e proporre, previo un minimo contributo da parte dei poeti partecipanti, una breve antologia delle opere vincitrici e di quelle segnalate dalla commissione; in questa antologia, sempre previo un minimo contributo da parte dei poeti, possono essere pubblicate anche le poesie che hanno partecipato al Premio, seppur non selezionate tra le vincitrici e le finaliste.

La Segreteria del Premio si riserva la facoltà di modificare il presente regolamento, ove si verificasse la necessità di farlo.

I requisiti richiesti per la partecipazione al Premio sono i seguenti:

Sezione A: silloge poetica inedita, riservata ai maggiorenni, scritta in uno dei dialetti d’Italia, con numero di poesie compreso tra 20 e 25, con traduzione in italiano e indicazione del dialetto di provenienza, con un massimo di 40 versi per poesia (titolo non compreso), pena l’esclusione dell’opera. Il conteggio dei versi non terrà conto della traduzione in italiano; non ci sono vincoli tematici. Ogni Autore può partecipare con un massimo di due sillogi poetiche.

Sezione B: poesia singola inedita, riservata ai maggiorenni, scritta in uno dei Dialetti d’Italia, purché tradotta a margine in lingua italiana; deve essere obbligatoriamente riportato il dialetto di provenienza; ciascuna poesia non dovrà superare i 40 versi (titolo non compreso), pena l’esclusione dell’opera. Il conteggio dei versi non terrà conto della traduzione in italiano; non ci sono vincoli tematici. Ogni Autore può partecipare con un massimo di quattro poesie.

Sezione C: poesia singola inedita, scritta in uno dei Dialetti d’Italia, purché tradotta a margine in lingua italiana. La poesia dovrà obbligatoriamente essere scritta da ragazzi minorenni, di età compresa tra gli 8 e i 18 anni (i 18 anni non devono essere stati compiuti alla data di pubblicazione del bando), con liberatoria da parte dei genitori; deve essere obbligatoriamente riportato il dialetto di provenienza; ciascuna poesia non dovrà superare i 40 versi (titolo escluso), pena l’esclusione dell’opera. Il conteggio dei versi non terrà conto della traduzione in italiano; non ci sono vincoli tematici.

Ogni Autore può partecipare con un massimo di quattro poesie.

Gli oneri di iscrizione saranno:

  • di euro 20 per ciascun opera iscritta nella Sezione A (massimo 2 opere);
    • di euro 15 per ciascuna opera iscritta nella Sezione B (massimo 4 opere);
    • l’iscrizione alla Sezione C è gratuita (massimo 4 opere).

È consentita contemporaneamente la partecipazione sia alla Sezione A (massimo 2 opere) che alla Sezione B (massimo 4 opere), versando le relative quote (euro 20 per ciascuna opera della Sezione A, euro 15 per ciascuna opera della Sezione B) anche in un’unica soluzione.

Gli oneri di iscrizione devono essere versati con Bonifico bancario sull’IBAN intestato a Unitre Sermoneta – Università delle tre età :

IT74 E083 2774 1800 0000 0036 608

Specificare nella causale: Partecipazione (nome e cognome dell’Autore) a Premio Nazionale di Poesia Dialettale Città di Sermoneta I edizione” + la Sezione di appartenenza.

Le modalità di iscrizione sono le seguenti.

Le iscrizioni al Premio avvengono, per le tre Sezioni, esclusivamente con iscrizione on line sul seguente indirizzo di posta elettronica:

premio.poesia.sermoneta@unitresermoneta.it

Nell’oggetto della mail va scritto “Partecipazione (Nome e Cognome dell’Autore) a I Premio Nazionale di poesia dialettale “Città di Sermoneta – 2025 – Sezione di appartenenza”.

In allegato alla mail dovranno essere presenti: l’opera completa in formato Word (no PDF), l’apposito modulo d’iscrizione (per la Sezione C anche il modulo firmato con l’autorizzazione del genitore), riportati nelle ultime pagine del presente Bando, chiaramente compilati in stampatello in ogni loro parte e la copia del bonifico effettuato (tranne la Sezione C che è gratuita). Ogni opera pervenuta dovrà risultare totalmente anonima, senza alcun tipo di riferimento all’Autore e senza elementi diversi dal titolo,

dal testo, dall’eventuale dedica, del dialetto di provenienza e dalla traduzione in italiano. La presenza del nome dell’Autore in calce all’opera o di qualsiasi altro segno di riconoscimento comporterà l’esclusione dal Concorso.

Cerimonia di premiazione ed eventi collegati

Gli eventi finali del Concorso di poesia si terranno a Sermoneta, secondo il seguente calendario:

Venerdì 12 dicembre 2025 (ore 16)

Convegno pomeridiano a Palazzo Ada Caetani di Sermoneta, primo piano (Palazzo della cultura) sull’importanza dell’uso, del recupero e della conseguente valorizzazione dei dialetti della Penisola italiana nel Terzo Millennio. Saranno presenti docenti universitari, poeti dialettali di livello nazionale e locale, membri della Giuria e personalità artistiche e politiche.

Sabato 13 dicembre 2025

Declamazione libera dei poeti dialettali finalisti, premiati, ma anche di tutti i poeti dialettali interessati non premiati che hanno partecipato oppure che non hanno partecipato al Concorso (partecipazione libera previa comunicazione all’organizzazione attraverso i contatti riportati alla fine del presente bando), in modo di porre a confronto i vari dialetti italiani e di sottolineare gli aspetti comuni e la comune genesi dalla lingua latina, da cui discende, peraltro, anche l’italiano. Tale declamazione si svolgerà presso  la chiesa di San Michele Arcangelo a Sermoneta, in orario da definire.

Domenica 14 dicembre (ore 9.30)

La Cerimonia finale di premiazione del Concorso.

La Cerimonia si terrà presso la prestigiosa sede del Castello Caetani di Sermoneta (Sala del Cardinale) con orario d’inizio alle 9.30 circa. Gli Autori delle opere finaliste dovranno confermare quanto prima alla Segreteria del Premio, via mail, la loro partecipazione alla stessa cerimonia.

Si procederà con la lettura a ritroso della graduatoria finale sino alle prime tre posizioni

con consegna dei premi in denaro, coppe, targhe, pergamene, gadget e prodotti tipici della nostra zona. Lettura da parte dei primi tre classificati (o di loro delegati, attrici, attori) della poesia premiata con contemporanea proiezione su schermo della poesia stessa con traduzione in italiano.

Durante la premiazione sono previsti momenti musicali e scenette teatrali rigorosamente in dialetto.

Inoltre, è prevista una esibizione degli Sbandieratori “Ducato Caetani di Sermoneta” nella piazza d’armi antistante alla Sala del Cardinale (sede della Cerimonia di Premiazione).

A seguire: rinfresco offerto a tutti i presenti presso le sale adiacenti alla Sala del Cardinale.

A seguire: visita guidata gratuita, dopo il rinfresco, del magnifico Castello Caetani di Sermoneta, con le stanze di Lucrezia Borgia, la Sala del Cardinale, gli affreschi della scuola del Pinturicchio, le scuderie, le prigioni e le varie opere di fortificazione difensiva (torri, merlature, ponti levatoi, ecc.).

Naturalmente, tutti i poeti, gli scrittori (dialettali e no), gli accompagnatori o chiunque ami l’espressione dialettale è invitato, con ingresso gratuito, ai tre eventi del 12, 13 e 14 dicembre, avendo così la possibilità di visitare anche tutte le altre bellezze artistiche di Sermoneta e il meraviglioso Giardino di Ninfa, distante solo pochissimi chilometri.

Giuria

La Giuria che dovrà esaminare e valutare le opere in concorso, composta da personalità di spicco della letteratura italiana e dialettale (poeti, scrittori, docenti universitari, ecc.), è la seguente:

  1. Prof. Giulio Ferroni, critico letterario, storico della letteratura italiana, giornalista, saggista di fama internazionale;
  2. Prof. Rino Caputo (già professore ordinario di Letteratura italiana nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma “Tor Vergata” e che ha pubblicato saggi e volumi su Dante, Petrarca, Manzoni e il primo romanticismo italiano, su Pirandello, Pasolini e sulla critica letteraria italiana e nordamericana contemporanea);
  3. Dott. Dante Ceccarini (ideatore del Premio “Città di Sermoneta”, scrittore, poeta dialettale e in lingua, studioso di dialetti italiani e locali e membro di diverse giurie di

premi nazionali e internazionali in dialetto, co-fondatore e  Presidente dell’Archeoclub di Sermoneta);

  • Prof.ssa Anna Maria Fallongo (docente di lettere, esperta di dialetti, vicepresidente Unitre Sermoneta “Marguerite Chapin Caetani”);
  • Prof.ssa Maria Antonietta Garullo (docente in Letturatura italiana e Letteratura italiana per la didattica internazionale presso l’Università Digitale Pegaso e presso Universitas Mercatorum, docente di Lettere presso il Liceo Artistico Statale Michelangelo Buonarroti di Latina e responsabile di redazione della rivista “Dante. Rivista internazionale di studi”);
  • Stefano Baldinu (poeta dialettale e in lingua pluripremiato in premi nazionali ed internazionali e membro di numerose giurie di poesia dialettale e in lingua);
  • Giacomo Vit (poeta dialettale e in lingua pluripremiato in premi nazionali ed internazionali e membro di numerose giurie di poesia dialettale e in lingua).

Il Presidente generale ed onorario della Giuria sarà il Prof. Giulio Ferroni, con diritto di voto.

Per quanto riguarda le tre sezioni in concorso il Presidente della Sezione A sarà il Prof. Rino Caputo, e il Presidente delle sezioni B e C sarà il Dott. Dante Ceccarini.

Il giudizio della Giuria del Premio sarà insindacabile ed inappellabile.

Premi

Sarà proclamato un vincitore, un secondo ed un terzo classificato, con premi in denaro, ed una rosa di 20 finalisti per ogni Sezione, oltre ai pari merito. La Segreteria del Premio comunicherà, attraverso la pagina ufficiale del sito (unitresermoneta.it), le pagine social e attraverso l’invio di mail a tutti partecipanti (anche ai non premiati), i nominativi dei finalisti, senza specificare la classifica esatta, che verrà svelata solo al momento della cerimonia di premiazione solenne.

I finalisti saranno avvertiti in tempo utile, in modo da essere presenti alla cerimonia di premiazione stessa.

I premi saranno in denaro per i primi 3 classificati di ogni Sezione, in aggiunta a coppe, targhe e pergamene.

I premi in denaro dovranno essere ritirati personalmente.

Sezione A:

Primo premio 1000 euro Secondo premio 400 euro Terzo premio 200 euro

Sezione B:

Primo premio 1000 euro Secondo premio 400 euro Terzo Premio 200 euro

Sezione C (ragazzi) Primo premio 500 euro Secondo premio 300 euro Terzo Premio 100 euro (in buono acquisto libri)

Finalisti (20 per sezione)

Targhe, pergamene, prodotti tipici, gadget, libri in dialetto e di storia locale.

Inoltre, sono previsti Premi Speciali della Giuria per le opere più meritevoli nei dialetti della provincia di Latina (un Premio Speciale per ognuna delle tre sezioni).

Contatti della Segreteria:

mail: premio.poesia.sermoneta@unitresermoneta.ittelefono: 3389680958 (dal lunedì al venerdì 19,30 – 21,00)

“I paesaggi dell’olio e dell’olivo nella Bioregione Pontina” (documentario)

“I paesaggi dell’olio e dell’olivo nella Bioregione Pontina”, documentario ideato e realizzato dall’Ecomuseo dell’Agro Pontino in collaborazione con la CAPOL e il CERSITES Università Sapienza di Roma.
Regia: Christian Antonilli
Coordinamento scientifico: Antonio Saccoccio
Nel documentario interventi di Luigi Centauri, Francesco Tetro, Alberto Bono, Paola Ghione, Mauro Morbidelli, Padre Andrea Dante Rossi, Alberto Budoni, Flaminio Muraglia, Ernesto Migliori.

URL di YouTube

Documentario realizzato nell’ambito dell’Avviso pubblico finalizzato all’assegnazione di contributi a favore dei servizi culturali inseriti nelle organizzazioni regionali O.B.R., O.M.R. e O.A.R. per l’anno 2023 per attività e ammodernamento – Determinazione G12163 del 15.09.2023 Regione Lazio.

𝐔𝐧𝐢𝐭𝐢 𝐝𝐚𝐥 𝐠𝐮𝐬𝐭𝐨: 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐠𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞 𝐬𝐯𝐢𝐥𝐮𝐩𝐩𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐠𝐞𝐭𝐭𝐨 “𝐈𝐥 𝐂𝐢𝐛𝐨 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐓𝐞𝐫𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐌𝐢𝐭𝐨” (Sermoneta, 27 settembre 2024)

Nel quadro della Secolare Fiera di San Michele, siamo lieti di invitarvi all’evento:

𝐔𝐧𝐢𝐭𝐢 𝐝𝐚𝐥 𝐠𝐮𝐬𝐭𝐨: 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐠𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞 𝐬𝐯𝐢𝐥𝐮𝐩𝐩𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐠𝐞𝐭𝐭𝐨 “𝐈𝐥 𝐂𝐢𝐛𝐨 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐓𝐞𝐫𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐌𝐢𝐭𝐨”

𝐕𝐞𝐧𝐞𝐫𝐝𝐢̀ 𝟐𝟕 𝐒𝐞𝐭𝐭𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟒
𝐎𝐫𝐞 𝟏𝟗.𝟎𝟎
𝐒𝐚𝐥𝐚 𝐂𝐨𝐧𝐯𝐞𝐠𝐧𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐅𝐢𝐞𝐫𝐚

Questo convegno rappresenta una delle tappe del percorso di 𝐚𝐧𝐢𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚𝐥𝐞 del Comitato Locale per l’Occupazione “𝐈𝐥 𝐂𝐢𝐛𝐨 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐓𝐞𝐫𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐌𝐢𝐭𝐨”, finanziato dal 𝐅𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐒𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐄𝐮𝐫𝐨𝐩𝐞𝐨 𝐏𝐥𝐮𝐬 e la Regione Lazio. Il Comune di Sezze, capofila del progetto, ha creato un partenariato strategico con altri 𝟖 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐢 𝐦𝐚𝐫𝐞-𝐦𝐨𝐧𝐭𝐢 e 𝟏𝟒 𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐞𝐬𝐬𝐞 provenienti dai settori agricolo, enogastronomico, culturale, sociale ed educativo. 🌍🤝

𝐋’𝐨𝐛𝐢𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐨? Promuovere lo sviluppo locale e turistico attraverso il cibo eccellente e di qualità che il nostro territorio, tra mare e monti, sa offrire. Una straordinaria opportunità per far nascere nuove occasioni di lavoro e crescita economica.

𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐯𝐞𝐫𝐫𝐚𝐧𝐧𝐨:

  • Giuseppina Giovannoli, Sindaco di Sermoneta,
  • Melissa Girardi, Assessore agricoltura-commercio Sermoneta
  • Marco Carpineti, Presidente GAL Monti Lepini
  • Andrea Chiarato, Assessore Sport e Politiche Giovanili del Comune di Latina
  • Lidano Lucidi, Sindaco di Sezze
  • Antonio Saccoccio, Coordinatore tecnico-scientifico Ecomuseo dell’Agro Pontino
  • Massimo di Guglielmo, Sociologo e Presidente della Progetto 2000 Cooperativa Sociale

Modera: Tiziana Briguglio, giornalista e vicepresidente ARGA LAZIO

Fortissime raffiche di vento in Agro Pontino. Massima attenzione.

Fortissime raffiche di vento in Agro Pontino.

A Sermoneta, in località Pontenuovo, un albero è crollato invadendo entrambe le carreggiate e bloccando la circolazione (vedi fotografia). Fortunatamente non dovrebbero esserci danni a persone e automobili.

Forte vento anche a Roma: disgraziatamente, un’anziana signora è deceduta dopo essere stata travolta da un platano, in località Monteverde.

Prestare la massima attenzione. Non sostare all’aperto, soprattutto in aree verdi.

Presentazione del libro “Biasteme sermonetane” di Dante Ceccarini (Latina, 28-11-23)

Sabato 18 novembre 2023, alle ore 17, sarà presentato in anteprima presso la Casa di Quartiere di via Milazzo a Latina il libro “Biasteme sermonetane e dei Monti Lepini. Maledizioni, imprecazioni e insulti in dialetto sermonetano” di Dante Ceccarini, pubblicato da Avanguardia 21 edizioni nella collana “Quaderni dell’Ecomuseo dell’Agro Pontino”, diretta da Antonio Saccoccio.

Interverranno: Dante Ceccarini (autore del libro, poeta) , Antonio Saccoccio (coordinatore dell’Ecomuseo e autore della postfazione inclusa nel volume) e Luigi Zaccheo (storico del territorio e studioso di dialetti locali). Interpretazioni dialettali delle attrici Amalia Avvisati e Anna Marchioni. Saluti di Franco Lanzidei (Casa di quartiere di via Milazzo) e Sonia Testa (presidente dell’Archeoclub).

Il libro è disponibile a questo indirizzo.

Il cibo nella terra del mito (convegno a Sezze, 26 febbraio 2023)

Nel corso del convegno “Il cibo nella terra del mito” (Sezze, 26 febbraio 2023, dalle ore 10) il coordinatore tecnico-scientifico dell’Ecomuseo dell’Agro Pontino Antonio Saccoccio presenterà la relazione “L’ecomuseo come strumento di sviluppo locale”, con particolare riferimento alla cultura dell’ulivo e al suo paesaggio.

Nestore Pietrosanti, una persona “per bene”

Nestore Pietrosanti è stato nel dopoguerra sindaco di Sermoneta, una persona stimata da tutti, anche dagli avversari politici. Ma Nestore Pietrosanti è da anni anche un collaboratore dell’Ecomuseo dell’Agro Pontino, è il nipote dell’ex sindaco ed è stato proprio lui a inviarci questa descrizione che anni fa ne fece Silverio Guarino (pubblicata sul portale Ponza Racconta). Più in basso due fotografie del sindaco Pietrosanti gentilmente fornite dal nipote.

Ero bambino e vivevo la mia seconda infanzia – la prima l’avevo vissuta sull’amato scoglio – a Sermoneta (borgo medioevale in provincia di Latina).

Papà era il Segretario comunale e mamma era insegnante alle Scuole elementari. Io giocavo con l’aquilone e mi rotolavo sull’erba del Castello Caetani, quando non ero impegnato a suonare le campane della Cattedrale “S. Maria”.

Il Sindaco si chiamava Nestore Pietrosanti, avrà avuto una cinquantina d’anni e faceva il sarto. Una persona mite, dal candido sorriso e sempre disponibile al colloquio.

Amministrava un comune di poco più di 1000 abitanti.

Non aveva la grinta del “manager”, né l’aria del primo della classe.

Socialista, se non ricordo male, quando i socialisti erano socialisti, i democristiani erano democristiani e quelli che avevano la tessera del partito comunista facevano peccato mortale, secondo la Santa Romana Chiesa.

Amato e benvoluto da tutti.

Una persona “per bene”, insomma. Come quella che vogliamo per il nostro amato scoglio.
E così sia.

Silverio Guarino

“Piccolo trattato di pediatria poetica” di Dante Ceccarini (Latina, 4 dicembre)

Sabato 4 dicembre, alle ore 11, sarà presentato presso il Museo della Terra Pontina di Latina il volume “Piccolo trattato di pediatria poetica” di Dante Ceccarini (Sintagma edizioni). Interverranno, insieme all’autore, Manuela Francesconi (direttrice del Museo della Terra Pontina), Antonio Saccoccio (coordinatore tecnico-scientifico dell’Ecomuseo dell’Agro Pontino) e Mauro Nasi (editore Sintagma). Accompagneranno la presentazione alcune letture interpretate dall’attrice Amalia Avvisati e intermezzi musicali del chitarrista Reginaldo Falconi.

Evento a cura dell’Ecomuseo dell’Agro Pontino e del Museo della Terra Pontina, con la collaborazione della Libera Università della Terra e dei Popoli, dell’Associazione Don Vincenzo Onorati e delle edizioni Sintagma.

Coordinamento e gestione: Libera Università della Terra e dei Popoli.

Con il contributo della Regione Lazio, Direzione Cultura tramite il bando D.D. G05210. del 06/05/2021.

Dolci della tradizione pasquale dei Monti Lepini e Ausoni (ricette)

Nei paesi collinari dei Monti Lepini e Ausoni i dolci pasquali hanno una lunga tradizione. Si dividono in due grandi gruppi: dolci lievitati con lo stesso impasto delle ciambelle cresciute (o ricresciute), ma con la caratteristica sagoma di “pupa” (la bambolina) o di “cavalluccio”; dolci a base di ricotta, senza farina. Abbiamo raccolto alcune ricette da nostri informatori residenti nei paesi di Sermoneta, Cori, Sezze e Sonnino. Ringraziamo tutti per la preziosa e amichevole collaborazione, buona pasqua e buoni impasti.

CORI: “Torta di ricotta corese” (ricetta di Caterina Pistilli)

Per Pasqua, non può di certo mancare la torta di ricotta della tradizione contadina del mio paese.
Una vera squisitezza nella sua semplicità, aromatizzata da rum, vaniglia, caffè e cannella, che danno a questa torta un sapore e un profumo che mi riportano lontano nel tempo.
Un tempo che profumava di semplicità, di cose fatte con il cuore, di voci di donne che risuonavano nei vicoli del mio piccolo paese. Di vaniglia e di cannella, che impregnavano l’aria.
Quando da ragazza ero aiutante nel negozio di generi alimentari di mia mamma e le nostre clienti venivano ad acquistare tutti gli ingredienti, le loro voci coloravano e animavano la piccola bottega, discutendo talvolta sul procedimento o altresì sulle dosi degli ingredienti da utilizzare.
Ingredienti che sono per lo più ad occhio come tradizione vuole.

DOSI
1 kg di ricotta di mucca o di pecora
500 grammi di zucchero
5 uova
3 cucchiai di caffè in polvere
150 grammi di cioccolato fondente grattugiato
Una fiala di aroma vaniglia
Due fiale aroma rum
3 cucchiaini di cannella in polvere

PROCEDIMENTO
In una planetaria o a mano unire la ricotta allo zucchero.
Incorporare le uova una alla volta.
Aggiungere tutti gli ingredienti.
Assaggiare (anche da cruda è buonissima) e sistemare l’impasto in una teglia.
Cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi per circa 30 minuti
Quando la superficie sarà dorata la torta sarà pronta.
La torta si conserva in frigorifero per 4 o 5 giorni.

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Torta di ricotta corese realizzata da Caterina Pistilli

SERMONETA: “Torta di ricotta sermonetana” (ricetta di Adele e Gloria Monti)
È un dolce tipicamente sermonetano, di solito si prepara per la Pasqua.

DOSI.
1 kg e ½ di ricotta
15 uova (se la ricotta è asciutta), 7/8 uova (se la ricotta è umida)
4 etti di miele
1 bicchierino di sambuca
Cannella q.b. per una spolverata

PROCEDIMENTO.
Impastare la ricotta con le uova e il miele solo e rigorosamente a mano. Non usare lo sbattitore, perché crescerebbe troppo l’impasto.
Aggiungere la sambuca e continuare a impastare.
Sistemare l’impasto in una teglia.
Cuocere in forno a 180 gradi, per circa 40 minuti.
Sfornare e spolverare con la cannella.

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Torta di ricotta sermonetana

CORI: “Pupe e cavagli” (ricetta di Caterina Pistilli)

Dolce della tradizione contadina, molto semplice e poco goloso. Veniva preparato durante la settimana della Pasqua dalle mamme come regalo per i loro figli, ognuno avrebbe avuto il suo. Simbolo di prosperità e abbondanza.
Mia mamma mi racconta che lo ricevevano in dono la domenica di Pasqua e lo mangiavano il giorno dopo, a Pasquetta. Lo portavano con sé nella scampagnata nei campi.
Mia nonna per i figli maschi faceva il ferro di cavallo, molto più semplice da realizzare, ma lo stesso molto gradito. Venivano cucinati nei forni a legna del paese, poiché non tutte le abitazioni avevano il forno a disposizione.
Ogni donna preparava il dolce nelle proprie abitazioni e poi, tutte insieme, andavano, con i testi appoggiati sopra la testa su una corona formata da un grosso fazzoletto, al forno del quartiere a cucinarlo.
Io ho voluto riprendere questa tradizione saltando la generazione di mia mamma, lei non li ha mai realizzati.
Ho imparato dalla ricetta della famiglia di mia suocera e di sua sorella, zia Giustina.
Ora per le mie figlie è un classico, lo pretendono ogni anno e a me fa molto piacere accontentarle.
Anche se effettivamente è un dolce poco goloso e molto semplice, ottimo per la colazione, pucciato nel caffè latte.

DOSI.
4 uova intere
10 g di bicarbonato di sodio
20 g di cremore tartaro
4 etti di zucchero
1/2 bicchiere di olio
1/4 di latte
Arancia grattugiata
Liquore a piacere, circa un bicchierino da caffè
Un kg di farina 00
Confettini colorati per decorare e zucchero Semolato

PROCEDIMENTO
In una ciotola o nella planetaria incorporate le uova con lo zucchero, poi il latte, l’olio, il liquore e la scorza di arancio.
Unire il cremore tartaro e il bicarbonato e poi la farina poco alla volta.
Lasciare l’impasto amalgamato e morbido il giusto per poterlo lavorare con le mani per fare le pupe. Io mi aiuto con il cucchiaio.
A cucchiaiate formare due sagome per la testa e per il corpo direttamente su carta forno in teglia, mettendo poco impasto perché lievita moltissimo.
Per fare i capelli e tutti i particolari fare l’impasto più duro e aggiungere il cacao per differenziare i particolari.
Fondamentali sono le sisotte e l’uovo legato a forma di croce.
Appena formate le sagome, spennellare la superficie con uovo battuto o latte freddo in modo da fare attaccare i confettini e lo zucchero semolato.
Cuocere in forno caldo a 180 gradi per circa 30 minuti finché non sono dorate.
Unica raccomandazione: cercare il più possibile di mantenere l’impasto morbido per renderlo anche piacevole al gusto.
Con queste dosi vengono 3 pupe piccole e 2 cavalli.

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Pupe e cavaglio realizzati da Caterina Pistilli (Cori)

SONNINO: “Pupa e cavagliuccio” (ricetta di Francesco Verdone, detto “Ciccio”)

Pupa e cavagliuccio sono due dolci tipici della cucina sonninese che si regalavano ai bambini per il giorno di Pasqua. Oggi ci sono uova di cioccolato e colombe e quasi nessuno li fa più. Con lo stesso impasto si realizzano anche le ciambelle cresciute.

Per tener viva la tradizione Maurizia De Angelis (che ringraziamo), membro della Pro-Loco di Sonnino, presidente dell’Associazione Fra-Menti e referente locale dell’Ecomuseo dell’Agro Pontino, si è recata presso il laboratorio di Americo Leoni, in pieno centro storico, e ha intervistato il pasticciere Francesco Verdone, conosciuto da bambino come “Ciccino”, che ha spiegato come realizzarli. “Ciccino” è il figlio di Maria Grazia, nota in paese come “la fornara”, perché era proprietaria del forno della zona della Brigata a Sonnino. Maria Grazia ha lasciato in eredità al figlio il suo sapere acquisito in decenni di esperienza.

Qui il video in cui Maurizia De Angelis dialoga con il pasticciere Francesco Verdone. Le riprese sono state realizzate da Candido Paglia, che ringraziamo, del sito www.sonnino.info .

DOSI (in passato le quantità non erano misurate in grammi, ma in pugni o al massimo bicchieri)
5 uova
1 bicchiere di olio EVO
1 bicchiere di latte
2 bicchieri di zucchero
20 grammi di lievito di birra
1 pizzico di sale
1 bustina di vaniglia
Semi di anice
Sambuca
Farina q.b. per l’assorbimento

SEZZE: “Spaccatelli” (ricetta di Antonella Costantini ereditata dalla mamma Annunziata)

DOSI
12 uova
1 kg di zucchero
1 bicchiere di latte
150 grammi di strutto
1 limone grattugiato
Farina (quanta ne serve)

PROCEDIMENTO
Il procedimento è piuttosto semplice, non si ha bisogno di lievitazione.
Impastare bene le uova, lo zucchero, il latte, lo strutto e il limone grattugiato con la farina, come per preparare una pasta frolla.
Formare delle pagnottelle tondeggianti.
Con un coltello fare un’incisione a forma di croce (x) sulle pagnottelle.
Mettere in forno per mezz’ora circa.

SEZZE: “Tortoli” (ricetta di Antonella Costantini ereditata dalla mamma Annunziata)

DOSI
40 uova
1 kg e ½ di zucchero
1 bicchiere di sambuca
¼ di litro d’olio
½ litro d’acqua
1 limone grattugiato
Una pagnotta di pasta di pane lievitata
Farina (quanta ne serve)

PROCEDIMENTO
Preparare un impasto con la pasta di pane lievitata e tutti gli altri ingredienti.
Se l’impasto è troppo liquido, aggiungere altra farina. Non c’è una dose fissa di farina, ci si regola a seconda della consistenza dell’impasto, di quanto “tira l’impasto”.
Preparare delle pagnottelle di pane e metterle a lievitare.
La lievitazione dura circa 7/8 ore.
Infornare e cuocere a bassa temperatura. Le pagnottelle devono cuocere molto lentamente per evitare che restino crude.
In passato, si metteva di solito a lievitare di sera e la mattina del giorno dopo si infornava le pagnottelle.

Tortolo sezzese (Pasticceria “Bontà setine” di Laura e Loretta)

Trascriviamo ora le ricette dei dolci pasquali locali raccolte da Adriana Vitali Veronese nel suo volume Latina in cucina. Aromi e sapori antichi e nuovi, Latina 2013. Adriana è una collaboratrice storica dell’Ecomuseo dell’Agro Pontino.

Ciambelle di magro
Comunissime in tutta la provincia per la Pasqua: 1 tazza di olio, 1 tazza di vino, 1 tazza di zucchero, 1 pizzico di cannella e farina quanta ne occorre per un impasto di giusta consistenza. Cuocere in forno a calore moderato. Qualcuno aggiunge anche un po’ di cacao per renderle più brune e anche semi di anice per renderle più aromatiche.

Ciammellone (Ciambellone)
Di solito si prepara a Pasqua: 4 uova, 4 etti di zucchero, ¼ + ½ quarto di latte, 1 bicchiere medio di olio, una grattatina di buccia di limone, 1 bustina e ½ di lievito Pane degli Angeli.

Giglietti dolci di Pasqua
8 uova, gr. 600 di zucchero, 800 gr. di farina. Lavorare a lungo gli ingredienti. Prima solo le uova con lo zucchero. Con un cucchiaio prendere l’impasto e disporlo a forma di dischi distanziati sulla placca del forno unta. Cottura in forno a calore dolcissimo. Devono restare chiari.

Caciatella di Pasqua (Roccasecca dei Volsci)
1 kg. di ricotta, 4 uova, 4 cucchiai di zucchero, cannella. Buccia di limone grattugiata. Con questi ingredienti si fa una crema, lavorando bene la ricotta col cucchiaio di legno. Si prepara una sfoglia con farina e uova; si riveste una teglia e si riempie con la crema di ricotta. Si cosparge di zucchero e cannella. Si guarnisce con strisce di sfoglia, tagliate magari con la rotella, sino a formare un grigliato. Infornare.

Ciambelle ricresciute (Priverno, Roccasecca, Sezze – per Pasqua)
6 uova, 2 etti di zucchero, ½ bicchiere di olio, un pizzico di anice, un cubetto di lievito, limone grattugiato e farina quanta ne occorre per un impasto morbido. S’impastano gli ingredienti lavorando bene. Lasciare lievitare in ambiente caldo per un giorno intero. Rimpastare e formare le ciambelle. Disporle su una placca da forno unta e infarinata. Lasciare lievitare, in ambiente caldo, finché non sono ricresciute. Spennellare la superficie con uovo battuto per lucidare. Infornare.
In occasione della Pasqua si sagomano queste ciambelle a forma di cavalluccio (per i maschietti) e a forma di pupazza (per le bambine) inserendo un uovo sodo nella pancia della pupazza: simbolo di buon auspicio e augurio di fertilità.

Caciata (Sezze)
Viene preparato per la Pasqua. Ricotta kg. 1.500, condita con 3 tuorli e 1 uovo intero, buccia di limone grattugiata, 2 o 3 cucchiai di cognac o altro liquore profumato, poco zucchero e un pizzico di cannella. Amalgamare bene gli ingredienti che devono formare una crema, con la quale si farcirà una sfoglia di pasta frolla. Cospargere la superficie della crema di ricotta con una spolveratina di cannella (qualcuno preferisce cospargere caffè in polvere).

Conversazioni pontine: Dante Ceccarini

Dante Ceccarini è medico chirurgo e pediatra, ma anche poeta in dialetto sermonetano e autore di importanti studi sul dialetto locale. Interessati da quest’ultima attività, intraprendiamo con lui una conversazione.

(Antonio Saccoccio) Buongiorno Dott. Ceccarini, lei è un medico, ma da decenni è attivissimo in ambito culturale. È noto soprattutto per le sue poesie in dialetto sermonetano, anche se ne ha composte anche in lingua italiana. Da dove nasce la sua passione per la poesia dialettale?

(Dante Ceccarini) Buongiorno. Io sono nato a Sermoneta ed ho vissuto nel paese lepino buona parte della mia vita. Quindi, sin dalla nascita, sono stato immerso in questa “lingua del cuore” che è il dialetto, sia in ambito familiare che nell’ambito degli amici, dei vicini di casa e dei conoscenti. Sono stato sempre affascinato dalla bellezza e dalla concisione della parola dialettale e dagli innumerevoli modi di dire dialettali che servono, come “utensili glottici”, per esprimere sensazioni, stati d’animo, situazioni di vita, ecc.
L’occasione ultima che mi ha spinto, poi, a scrivere libri in dialetto è stato il reperimento di un piccolo glossario di termini sermonetani, scritto da un signore che ora non c’è più (Candido Stivali): da lì sono partiti i miei dizionari e gli altri libri in dialetto.

(A.S.) Lei ha ideato anche un concorso di poesie in dialetto rivolto a bambini sermonetani. Ci racconta quest’altra esperienza?

(D.C.) Io sono convinto che, per tutelare, valorizzare e difendere il dialetto, bisogna rivolgersi alle nuove generazioni, facendo conoscere loro i termini dialettali direttamente dalle persone più anziane. Riscoprire, cioè, antichi termini dialettali in un’opera che ho chiamato di “archeologia dialettale”. Naturalmente affiancando il dialetto alla lingua italiana, senza avere la pretesa di sostituirla, anzi cercando di scoprire le influenze reciproche tra lingua nazionale e lingua locale. Per far ciò bisogna rivolgersi ai bambini e ai ragazzi. Quindi nel 2010 ebbi l’idea di fare un Concorso di poesie in dialetto sermonetano, dal titolo “Sermonet’amo”, rivolto proprio ai bambini e ai ragazzi delle scuole del territorio di Sermoneta (la IV e V elementare, e le 3 classi della scuola media). In ciò sono stato supportato dalla mia Associazione culturale, l’Archeoclub di Sermoneta (di cui ero Presidente in quel periodo), da una serie di altre Associazioni del Territorio, dal Comune di Sermoneta e, naturalmente, dal plesso scolastico “Donna Lelia Caetani” di Sermoneta. I bambini e i ragazzi preparavano per tempo le loro poesie in dialetto, naturalmente aiutati dai genitori, nonni, zii, conoscenti, ecc., e alla fine dell’anno scolastico veniva organizzata una bella cerimonia di premiazione all’interno della scuola (il primo anno all’interno del castello Caetani). I premi consistevano (e consistono) in buoni acquisto libri e materiale scolastico, sia per il singolo studente che per la classe. Dal 2010 abbiamo organizzato 8 edizioni del Sermonet’amo, e i ragazzi hanno scritto, in questi anni, più di 1000 poesie in dialetto. Nel 2020 si sarebbe dovuta tenere la nona edizione, ma, a causa della pandemia, è stata rinviata: speriamo di tenerla nel 2021. Alcuni ragazzi sono stati premiati anche in ambito regionale.

(A.S.) Non solo creatività, ma anche studio e ricerca. Lei ha scritto dizionari sermonetano-italiano e italiano-sermonetano.

(D.C.) Ho scritto nel 2010 il Primo Dizionario Sermonetano-Italiano e qualche anno dopo il Secondo Dizionario Sermonetano-italiano ed il Primo Dizionario Italiano-Sermonetano. In questi 3 Dizionari sono riportate migliaia di parole dialettali, ma il mio lavoro di studio e ricerca non è finito lì. Giornalmente, aggiorno i vari dizionari con altri termini dialettali (e relative traduzioni), intervistando le persone più anziane di Sermoneta, ma anche le persone di altre età. Ciò perché il dialetto, come tutte le lingue, muta nel tempo, si arricchisce di nuovi termini ed altri ne perde. Perciò il dialetto sermonetano degli anni ‘20, ‘30 è diverso da quello del dopoguerra, da quello degli anni ‘70 e ‘80 e da quello di oggi. Da ciò nasce la necessità di intervistare e di apprendere da persone di diverse fasce di età, anche dai giovani. Come dicevo, aggiorno continuamente i vari Dizionari, nei files del mio computer, e sono arrivato a contare circa 20000 termini dialettali. Inoltre ho scritto anche un libro sui Proverbi, modi di dire, filastrocche, maledizioni sermonetane, messe a confronto con analoghe espressioni dei paesi dei monti Lepini, del Lazio e con agganci anche in ambito nazionale. Anche in quest’ultimo caso, aggiorno continuamente i files del computer con nuovi proverbi, modi di dire ecc.

(A.S.) Spesso voi poeti dialettali date vita a eventi collettivi, in cui recitate i vostri componimenti. Ne nascono momenti di grande condivisione per la comunità lepina e pontina.

(D.C.)  Sì, è così. C’è un grande fiorire di poesia dialettale sui monti lepini e ci sono molti studiosi di dialetto che, pur mantenendo la passione dello studio del proprio dialetto, hanno “virato”, come me, verso la poesia dialettale e in lingua italiana. Prima della pandemia c’era un susseguirsi di incontri poetici, maratone dialettali, concorsi di poesia dialettale, ecc. in tutti i paesi dei monti lepini (da Cori a Sezze, da Bassiano a Norma, da Sermoneta a Maenza, ecc.). Con la pandemia gli eventi in presenza naturalmente si sono molto affievoliti ed arrestati, ma stiamo facendo degli incontri poetici su vari blog, pagine facebook ed altro. Speriamo di riprendere a pandemia finita.

(A.S.) Ultimamente si è dedicato anche alla poesia italiana. Quali differenze nel comporre versi in dialetto e nella lingua di Dante e Petrarca?

(D.C.)  Sono già 6-7 anni che scrivo anche poesie in italiano. Ma contemporaneamente anche in dialetto. Certe volte le scrivo prima in italiano e le traduco in sermonetano, altre volte le poesie nascono direttamente in sermonetano e poi le traduco. La differenza tra lo scrivere in italiano e lo scrivere in dialetto è difficile da spiegarsi. Il dialetto mi dà una connotazione ed una emozione più intima (o intimista), specialmente riguardo ad alcuni temi, come l’amore, il ricordo, la nostalgia (o dolore del ritorno, in questo caso inteso come dolore del ricordo). L’italiano mi dà una dimensione più ampia, più universale ed una possibilità di espressione (nel senso della varietà di termini e significati più ampia e più profonda). Con il dialetto posso usare circa 20000 lemmi, con l’italiano qualche centinaio di migliaia. In breve, il significato è il medesimo (o quasi), mentre quello che varia è il significante.

(A.S.) La sua professione di medico e pediatra esercita un’influenza sulla sua attività poetica?

(D.C.) Senz’altro la mia professione di medico e pediatra è importantissima, direi essenziale, per la mia attività poetica. Con il contatto quotidiano con i bambini che curo (e per contatto intendo non solo l’atto medico, ma anche il parlare, lo scherzare, l’immedesimarmi nel bambino che ho di fronte) ho una ispirazione continua dal punto di vista poetico. L’essere bambino è di per sé una forma di poetica. Inoltre l’essere medico, e quindi parlare con i genitori, i nonni, i parenti, mi aiuta molto nello scoprire parole dialettali, espressioni, modi di dire, proverbi ecc. Per cui, con alcuni di questi parenti, mi esprimo (e ci esprimiamo) solo in dialetto.

(A.S.) Lei è prima di tutto un sermonetano. Ha idee da proporre per il presente e il futuro di Sermoneta o più in generale dellAgro Pontino e dei Monti Lepini?

(D.C.) Ho un’idea (e una speranza) fondamentalmente. A pandemia finita, organizzare un grande evento, un Concorso Internazionale di Poesia a Sermoneta, con l’aiuto del Comune di Sermoneta e della Fondazione Caetani. Un concorso formato da tante sezioni (poesia in italiano, poesia in dialetto, poesia giovani, videopoesia, sillogi e libri, ecc.). Ma il Concorso, con una Giuria qualificata, può estendersi anche a tutti i monti Lepini e non solo Sermoneta, con la collaborazione e l’unità dialettale di tutto il territorio. Speranza vana, utopia? Non so, vedremo. Lo scopriremo solo vivendo.

(A.S.) La ringraziamo per la sua disponibilità e speriamo di poter collaborare ancora per trasformare questa sua speranza in realtà.

Dante Ceccarini con Osvaldo Bevilacqua durante le riprese della trasmissione “Sereno Variabile” (Rai Due)

* I libri di Dante Ceccarini sono reperibili presso la Libreria Candileno Punto Einaudi al Sermoneta Shopping Center oppure presso La Mia Libreria in piazza della Libertà 35/37, a Latina.