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Istituto Comprensivo “Maria Montessori” di Terracina: attività didattiche sulle origini dell’avventura umana a Terracina

A ottobre l’Istituto Comprensivo “Maria Montessori” di Terracina è stato coinvolto in una serie di lezioni organizzate dall’Ecomuseo dell’Agro Pontino con la collaborazione della Fondazione “Marcello Zei” per avvicinarsi alle origini dell’avventura umana nel territorio dell’Agro Pontino e in particolare di Terracina.

Il percorso didattico, suddiviso in Lezioni laboratoriali, si è svolto presso l’Istituto Comprensivo “Maria Montessori” di Terracina coinvolgendo circa un centinaio di studenti di sei classi quarte della Scuola Primaria. In particolare, sono stati effettuati quattro incontri di due ore ciascuno suddivisi in due giornate, 11 e 18 ottobre, sia nel plesso centrale “Fiorini” che in quello più periferico di “Bragazzi”.

Il tema prescelto è stato quello delle ultime scoperte e acquisizioni scientifiche nello studio dell’evoluzione biologica e culturale dell’Uomo e delle origini dell’avventura umana nel territorio di Terracina. I Laboratori erano corredati da un’ampia e suggestiva documentazione visiva (presentazioni in Power Point) e da altro materiale didattico specializzato; è stato possibile, infatti, osservare direttamente e manipolare reperti archeologici (manufatti litici preistorici) e paleontologici originali, offrendo così al bambino l’opportunità unica di esaminare concretamente toccando con mano le più significative attestazioni di cultura materiale del periodo Preistorico del suo territorio.

La maggior parte degli studenti ha mostrato grande partecipazione, impegno e curiosità nell’apprendere, soprattutto quando hanno avuto la possibilità di manipolare i choppers dell’Homo habilis, i bifacciali dell’Homo heidelbergensis e i raschiatoi dell’uomo di Neandertal. Sono rimasti anche molto colpiti e affascinati dalle suggestive immagini ricostruttive delle varie specie di ominini che si sono susseguite lungo il corso della nostra evoluzione. Gli alunni hanno così arricchito il proprio bagaglio di conoscenze e maturato esperienze significative se non uniche per il proprio percorso formativo.

Le attività didattiche sono state condotte dal prof. Michelangelo La Rosa, paletnologo della Fondazione “Marcello Zei”, allievo di Marcello Zei, che accanto alla ricerca scientifica con numerosi contributi sulla Preistoria nazionale e locale svolge da circa 25 anni attività di alta divulgazione e docenza nelle scuole di ogni ordine e grado del territorio pontino.

Le attività sono realizzate nell’ambito dell’avviso pubblico finalizzato all’assegnazione di contributi a favore dei servizi culturali inseriti nelle organizzazioni regionali O.B.R., O.M.R. e O.A.R. per l’anno 2023 per attività e ammodernamento – Determinazione G12163 del 15.09.2023

Un novembre ricco di Preistoria con la Fondazione Marcello Zei

Sarà un mese di novembre ricchissimo di appuntamenti per quanto riguarda la preistoria e la Fondazione Marcello Zei, che festeggia i suoi 20 anni di attività.

Sabato 4 novembre, dalle ore 10, il quarto appuntamento di “Incontri con la preistoria” presso la Torre dei Templari di San Felice Circeo, in piazza Lauzuisi.

Domenica 26 visita guidata ai siti di Riparo Roberto e Grotta Iolanda, scoperti da Marcello Zei il 16 novembre del 1953.
Per tutto il mese di novembre sarà visitabile la mostra “Marcello Zei: passione e ricerca”, che l’Ecomuseo dell’Agro Pontino ha messo a disposizione della Fondazione Zei presso la Torre dei Templari, centro di interpretazione dell’Ecomuseo.

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Grotta delle capre e Grotta Guattari (visite guidate)

Astura (dalla preistoria all’epoca romana)

In preparazione della giornata di interpretazione ecomuseale presso l’Astura prevista per domenica 27 settembre, riportiamo alcune annotazioni di Francesco Tetro, referente scientifico dell’Ecomuseo dell’Agro Pontino.

Nell’antichità il toponimo “Astura” si riferiva al fiume di Satricum; veniva chiamato così, insieme ad un’isola, da Plinio; “Stura” da Festo, “Storas” da Strabone, “Isturas” e “Istura” negli Itinerari. “Astura” è stato collegato con il termine greco “Asterìas” (airone) e con “Astir”, “Astur”, l’alleato di Enea ricordato da Virgilio nell’Eneide. Alla foce del fiume si costruì il porto di Satricum con banchine e ormeggi, da lì si poteva raggiungere l’entroterra fino all’importante centro volsco e agli accertati e consistenti resti di insediamenti precedenti (databili a partire dal XIV sec.).

Ma la presenza dell’uomo nella zona risale a decine di migliaia di anni prima; infatti sui rilievi debolmente ondulati, prospicienti il Canale delle Acque Alte, resti di antiche dune e terrazzi fluviali inquadrabili nel Pleistocene Pontino, si è rinvenuta una notevole quantità di oggetti (raschiatoi, piccole punte, bulini, grattatoi, lame, etc.) appartenenti a due facies ben distinte del Paleolitico medio (tipologia musteriana) e superiore (tipologia gravettiana finale): sono quello che rimane di stazioni all’aperto. Gli oggetti attualmente in fasi di studio sono stati raccolti sui terrazzi di un remoto corso d’acqua ed appartengono all’attività di cacciatori neandertaliani, che in cerca di selvaggina si fermarono sulla sommità delle antiche dune e vi insediarono i loro accampamenti. I musteriani prima, gli aurignaziani e altri gruppi del Paleolitico superiore in seguito, frequentarono quindi la regione.

Per un’immagine complessiva degli stanziamenti nell’area pontina è utile una visita al Museo Pigorini di Roma, che espone reperti dalla Preistoria alla Protostoria, oltre che plastici e sezioni-campione del terreno originale con evidenziati gli strati, la cronologia e una ricca documentazione di reperti.

La rada compresa tra il Castello di Astura e la Torre di Foce Verde, protetta dai venti settentrionali ed occidentali, con la foce del fiume offriva le migliori condizioni naturali per un ormeggio sicuro. Per la risalita della via d’acqua sicuramente si utilizzava il sistema del traino fino al centro più importante: Satricum. È facile comprendere come lungo tutto il corso del fiume, che corrisponde alla direttrice Colli Albani-Monti Lepini-Mare, si attestassero i primi insediamenti stabili legati proprio a tale penetrazione. Ma la guerra latina e la distruzione di Satricum fa decadere l’importanza dell’ancoraggio da un punto di vista commerciale, anche se nell’età imperiale il porto è una tappa consueta nei viaggi marittini, come attestano Svetonio e Plinio, accennando ai viaggi di Augusto, di Tiberio e di Caligola.

Successivamente un secondo porto costituirà la dotazione della villa costruita dopo il 45 a.C. sull’insula. La villa, erroneamente attribuita a Cicerone, passò a parte di un praedium (proprietà fondiaria) imperiale (la presenza di un porto di notevoli dimensioni lo proverebbe) e venne coivolta, probabilmente sotto Claudio, nel progetto più generale di ristrutturazione dei porti esistenti.

Cicerone aveva una villa non ancora identificata sulla costa: si ha infatti notizia di un suo soggiorno dopo la morte della figlia Tulliola, e che nel 43 a.C. da lì si imbarcò per Formia.

Della statio romana di Astura sulla Severiana si ha notizia dalla Tabula Peutingeriana, che riporta anche la distanza dalle altre stationes: sette miglia da quella di Antium e nove da quella di Clostris. Lunga tale strada, così chiamata perché sotto i Severi vennero selciati e razionalizzati tratti di viabilità precedente, si attestarono, solo nel tratto Anzio-Astura, una quindicina di ville costiere. Il percorso lungo il mare della Severiana è comunemente accettato e la cartografia antica (G.B. Cingolani, 1692 e G.F. Ameti 1693) mostra una via che ha lo stesso percorso dell’attuale Via Litoranea. Lo stagno parallelo alla Via Severiana e quindi alla duna tra l’Astura e la Torre di Foce Verde, costituendo la prosecuzione del Lago di Fogliano, ricostruibile dalle curve di livello e dalle quote, con andamento provato anche dalla natura geologica del terreno, venne utilizzato certamente come tratto naturale della Fossa Augusta. Il nome di tale fossa è convenzionale, ma corrisponde ad una lunga tradizione ed è perciò accettato da tutti i topografi. Progettata da Nerone, razionalizzava probabilmente strutture di età repubblicana e mettendo in comunicazione i laghi costieri tra loro, dava alle navi un percorso interno, permettendo di evitare la pericolosa navigazione esterna al largo del Promontorio del Circeo.

Paola de Paolis – Francesco Tetro, La Via Severiana. Da Astura a Torre Paola, Regione Lazio Ente Provinciale per il Turismo Latina, 1986

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Il paesaggio geologico e della preistoria. Festa comunitaria delle Camelie

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