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Grotta degli Ausi (sopralluogo tecnico con Ecomuseo dell’Agro Pontino, Regione Lazio e Comune di Prossedi)

Il 18 agosto a Prossedi c’è stato un sopralluogo presso la Grotta degli Ausi per promuovere l’istituzione di un Monumento Naturale con la Regione Lazio, l’Ecomuseo dell’Agro Pontino e il Comune di Prossedi.
Erano presenti per l’Ecomuseo il coordinatore scientifico Antonio Saccoccio e il referente per il Comune di Prossedi Antonio Trotta, per la Regione Lazio Ernesto Migliori, che è anche vicepresidente dell’Ecomuseo, per il Comune di Prossedi l’assessora Marisa De Persi. Ha guidato la visita in grotta il giovane studioso Mattia Martelli. Prima dell’ingresso in grotta, Ernesto Migliori ha distribuito un breve vademecum in cui sono stati sintetizzati i comportamenti da tenere in grotta per evitare rischi e di disturbare i pipistrelli. L’assessora De Persi ha ricordato l’impegno dell’amministrazione di Prossedi per la valorizzazione del sito. Il coordinatore dell’Ecomuseo Saccoccio ha esposto l’impegno dell’Ecomuseo nel sostenere l’istituzione di un monumento naturale presso la Grotta degli Ausi.
Hanno partecipato al sopralluogo numerosi appassionati che hanno seguito con grande attenzione le indicazioni fornite dalla guida, dalla Regione Lazio, dal Comune e dall’Ecomuseo.

Riportiamo qui di seguito una sintetica relazione tecnica scritta proprio da Mattia Martelli.

Grotta degli Ausi (analisi naturalistica)

La grotta è composta da una risorgenza e due inghiottitoi, di cui uno attivo, posti ad una quota di 28m più in alto della risorgenza.

La risorgenza della grotta si apre come un antro largo 2 metri e alto 8 metri, preceduti da una serie di piccoli gradini alti circa 60 cm, per un’altezza complessiva di circa 2 metri rispetto all’alveo del corso d’acqua che risorge dall’ingresso. Questo gradino morfologico è stato creato da una faglia orientata N-S trasversale al fondovalle. Dopo 10m dall’ingresso si arriva a un bivio con due grandi gallerie. Il ramo di destra è maggiormente interessato dalla presenza di acqua, mentre nel ramo di sinistra si osservano tipiche forme da scorrimento di acqua ma nei mesi estivi non vi è scorrimento.

Il ramo sinistro ha un andamento meandriforme e una sezione a forra. Il soffitto nella prima parte è scarsamente concrezionato ed è una superficie di strato, mentre il fondo presenta una serie di vaschette concrezionali. La galleria è larga 1,5m e l’altezza varia tra 2-7m. Dopo 50m le concrezioni si fanno più abbondanti e la galleria cambia direzione a causa di una faglia.

Il ramo di destra ha una lunghezza di circa 600m in cui è presente un piccolo torrente perenne. L’andamento della galleria inizia come alta 4m e larga 2m, con il fondo in leggera salita. Procedendo verso monte il soffitto si abbassa fino a 2m ed è completamente concrezionato, il fondo diventa pianeggiante, coperto da argilla e ciottoli di varia natura. Dopo 150m, la larghezza della galleria raggiunge i 3m e l’altezza varia tra 3 e 5m, l’andamento della grotta diviene anche in questo ramo meandriforme con una sezione a forra. Procedendo ancora si arriva a una piccola cascata sulla sinistra che sgorga da fratture nella roccia e termina la parte attiva della grotta. Da qui partono due gallerie fossili con spessi depositi fangosi che chiudono attraverso una frana.

Essendo il ramo destro percorso perennemente dall’acqua, al suo interno è possibile trovare diverse specie animali come il gambero di fiume Austropotamobius pallipes Lereboullet 1858 in stato di pericolo secondo la classificazione dalla IUCN, il gambero rosso americano Procambarus clarkii Girard 1852, originario del nord America e risulta essere una specie aliena invasiva. Sono stati osservati anche pesci come il cavedano Squalius cephalus Linnaeus 1758 che probabilmente risale nel periodo invernale e poi viene isolato nelle pozze poste all’interno della grotta a causa dell’abbassamento del livello del fiume.

In entrambi i rami della grotta sono stati osservati numerosissimi chirotteri appartenenti a 7 specie differenti, Rhinolophus hipposideros Bechstein 1800 anche conosciuto come rinolofo minore o ferro di cavallo minore, Rhinolophus ferrumequinum Schreber 1774 il cui nome comune è rinolofo maggiore o ferro di cavallo maggiore, Rhinolophus euryale Blasius 1853, altresì noto come ferro di cavallo euriale o rinolofo euriale, Myotis myotis Borkhausen 1797, il cui nome comune è vespertilio maggiore, Myotis blythii Tomes 1857 anche noto come vespertilio di Blyth, Myotis capaccinii Bonaparte 1837 il cui nome comune è Vespertilio di Capaccini, Miniopterus schreibersii Kugl 1817, il cui nome comune è miniottero comune o miniottero di Schreibers, sono tutte specie annoverate nel SIC (sito di interesse comunitario) e nella ZPS (zona di protezione speciale) come specie dall’alto valore di conservazione.

All’interno della grotta è poi possibile trovare vari animali troglofili come i Dolichopoda sp. Bolivar 1878. Si tratta di un genere di insetti ortotteri privi di ali e adattati alla vita nelle cavità prive di luce e per questo presentano delle antenne particolarmente sviluppate rispetto alla lunghezza del corpo. È possibile rinvenire anche varie specie appartenenti a diversi ordini della classe Arachnida, come gli Araneae, Opiliones, Scorpiones e Pseudoscorpionida.

All’interno della grotta si segnala anche la presenza occasionale della biscia dal collare Natrix natrix Linnaeus 1758.

I fattori di rischio per la conservazione degli ecosistemi presenti in questa grotta riguardano principalmente l’inquinamento antropico; è noto da diversi decenni che in alcuni periodi dell’anno il torrente che scorre all’interno della grotta si ricopra di schiuma, probabilmente ricca di tensioattivi e altre sostanze inquinanti come biocidi utilizzati in agricoltura. Inoltre, all’interno della grotta sono stati rinvenuti materiali plastici, metallici e tessili.

Un’altra fonte di disturbo, soprattutto nei periodi di riproduzione e ibernazione dei chirotteri, è rappresentata dalle visite all’interno della cavità, in quanto manca un’adeguata segnalazione del sito come SIC e ZPS e della presenza delle colonie di chirotteri al suo interno.

Mattia Martelli